I rischi del debito Spada di Damocle sullo sviluppo
Ebaè l'acronimo di European Banking Authority. Questo organismo ha fissato dei parametri riguardo al capitale delle banche. Queste o si adeguano o devono diminuire gli impieghi, cioè i prestiti alla clientela. Ma anche le banche con il capitale adeguato, se hanno più impieghi che raccolta, in un momento di scarsa liquidità, sono costrette ad approvvigionarsi sul mercato pagando il denaro a caro prezzo. Salvo, missione impossibile, accrescere i depositi. Il direttore generale dell'ABI Dr. Sabatini ha detto che "nei primi mesi del 2012 la raccolta bancaria da clientela privata, pur positiva, continua ad essere molto stentata". La BCE, Banca Centrale Europea viene in aiuto al sistema attraverso le operazioni definite LTRO Long Term Refinancing Operation. Si tratta di una asta di liquidità. In Italia buona parte del denaro ottenuto con LTRO, è stata investito dalle banche sottoscrivendo BTP. I titoli italiani fino a poco tempo fa erano per il 60% in mani di risparmiatori italiani, e per il 40% in quelle estere. Che pare ora siano scese al 20%. Chi ha acquistato la parte dei titoli non più in portafogli esteri? La domanda appare retorica. Non è retorica però la considerazione che fra giugno e ottobre il Tesoro italiano dovrà collocare circa 159 miliardi di Euro per rifinanziare bond in scadenza. Dove verranno collocati questi titoli? E a quali costi (il famigerato spread), già molto alti e quasi insostenibili? È la domanda che si pongono nella City, dove molti speculatori già pregustano la loro fantastica opportunità qualora la BCE non vari altri LTRO. Incombe un pericolo grave. L'Italia ha i fondamentali a posto, ma con un debito pubblico stratosferico. Le banche rischiano di chiudere i rubinetti. Le PMI e il mondo agricolo sono in crisi. Non paiono all'orizzonte scatti di fantasia e di coraggio. Si discetta di costi, giusto. Ma quando si presterà attenzione alla economia reale, scendendo in questa con umiltà e non con la arroganza di chi, nano, si crede gigante?