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Accordo con Mazda per uno spider

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Lostudio prevede lo sviluppo da parte di Fiate e Mazda di due vetture leggere, a trazione posteriore, distinte nel design, quali icone chiaramente riconoscibili del proprio marchio. Ognuna delle due varianti Alfa Romeo e Mazda verrà equipaggiata con motorizzazioni specifiche per il marchio.Si prevede che entrambi i veicoli verranno prodotti nello stabilimento Mazda a Hiroshima in Giappone a partire dal 2015. La firma finale dell'accordo, che non è vincolante, è prevista per la seconda metà del 2012. Fiat e Mazda valuteranno anche ulteriori opportunità di collaborazione in Europa. «Questo accordo dimostra chiaramente il nostro impegno verso Alfa Romeo e la nostra determinazione nel renderlo un marchio globale» ha affermato l'amministratore delegato del Gruppo Fiat-Chrysler Sergio Marchionne. «Attraverso la nostra partnership con Mazda, collaboreremo con il leader assoluto nelle architetture di veicoli compatti a trazione posteriore per poter creare uno spider che susciti entusiasmo e che sia carico dello stile Alfa Romeo». Takashi Yamanouchi, presidente e amministratore delegato di Mazda, ha sottolineato che «la creazione di alleanze per lo sviluppo di nuove tecnologie e prodotti è uno degli obiettivi del gruppo Mazda e questo progetto con Fiat rappresenta un importante passo avanti in questa direzione. È molto stimolante poter collaborare con un marchio prestigioso come Alfa Romeo su un nuovo spider». La casa nipponica ha anche precisato che «non vuole arrivare a un legame azionario». I media nipponici riportano che è possibile che «le due aziende decidano un lavoro congiunto sulle tecnologie ecologiche, come un motore con bassi consumi». Walter De Silva, responsabile design del Gruppo Volkswagen, è scettico sull'accordo. «È solo un memorandum d'intesa, ne hanno fatti tanti». Perplesso anche Giorgetto Giugiaro. Quanto al marchio del Biscione, secondo il presidente di Italdesign, «la Fiat ha un problema di orgoglio». «Piuttosto che fare aumentare i posti di lavoro lasceranno andare a bagnomaria questo marchio». Il Lingotto, dice Giugiaro, potrebbero vendere il marchio con la clausola «mi metti qui in Italia la progettazione e in parte lo sviluppo, allora sarebbe del lavoro in più per gli italiani». Per l'ad di Volkswagen Italia, Giuseppe Tartaglione «fino a quando uno può è giusto che tenga i suoi gioielli».

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