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Squinzi: "Necessario tagliare la spesa"

Il neo eletto presidente di Confindustria Giorgio Squinzi

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Tagliare la spesa pubblica per ridurre la presione fiscale definita una "zavorra intollerabile che si aggiunge ad altre zavorre che penalizzano le imprese italiane". E' quanto chiede a chiare lettere dal palco dell'assemblea annuale il neopresidente di Confindustria, Giorgio Squinzi per il quale "la bassa crescita dell'Italia è determinata soprattutto dalla difficoltà di fare impresa". "Occorre dare concreta prospettiva di riduzione della pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro. Nel 2011 il total tax rate, inclusivo di tutte le tasse e i prelievi, compresi gli oneri sociali, gravanti su una piccola impresa-tipo, era pari, in Italia, al 68,5%, contro il 52,8% in Svezia, il 46,7% in Germania, il 37,3% nel Regno Unito". Per questo che, prosegue Squinzi, "diciamo che i proventi della lotta all'evasione, che e' sacrosanta, devono essere utilizzati per ridure la pressione fiscale su chi produce ricchezza ossia sul lavoro e sull'impresa. Per questo diciamo a no a nuovi balzelli o a tasse fantasiose che creerebbero solo incertezza e sfiducia. Per questo diciamo che occorre privatizzare, oltre che liberalizzare, e valorizzare il patrimonio pubblico con l'obiettivo della riduzione del debito". Quello che il presidente di Confindustria chiede è "un impegno serio, determinato, continuo per ridurre la spesa pubblica". "Non possiamo accontentarci di una spending review che sia solo una bella analisi dei tagli possibili, servono tagli veri. Gli italiani stanno sopportando grandi scarifici non capiscono perché l'azienda Stato non possa risparmiare come risparmia l'impresa nella quale lavorano, come stanno risparmiando nelle loro famiglie", ha detto raccogliendo un lungo applauso della platea dell'auditorium. Le altre urgenze sulle quali devono agire governo e parlamento sono rappresentate dalla "riforma della pubblica amministrazione e semplificazione normativa". Su questo fronte, chiede Squinzi servono "risultati a breve e concreti". Altra urgenza "i pagamenti della pubblica amministrazione" e il "credito alle imprese". "Per noi -sottolinea Squinzi- è una questione di sopravvivenza che coincide con la sopravvivenza del Paese stesso". Per Squinzi "fare l'imprenditore in Italia non è mai stato un mestiere facile. Oggi è diventata una sfida temeraria: le imprese italiane, specie quelle che lavorano prevalentemente per il mercato interno, sono precipitate in una crisi senza precedenti. Manca domanda e manca liquidità. L'accesso al credito bancario è diventato problematico. Lo Stato paga con ritardi sempre più ampi che non sono più tollerabili. Non sono degni di un Paese civile''. Squinzi chiede quindi al governo l'apertura di un confronto in tempi brevi per "arrestate l'emorragia e restituire fiducia", assicurando così "la sopravvivenza" delle imprese e dell'Italia stessa. "E' necessaria una nuova politica industriale che assicuri al Paese una vera prospettiva di crescita. Non stiamo chiedendo e non chiederemo la luna. Non chiediamo favori o privilegi - dice ancora - Stiamo solo chiedendo di poter lavorare in un Paese meno difficile e inospitale , più normale, più simile agli altri Paesi avanzati". "L'emorragia -dice ancora- si misura con le decine di migliaia di imprese che non sono sopravvissute alla crisi. L'emorragia si misura con gli oltre 2 milioni 500mila persone che non trovano lavoro. L'emorragia si misura con il senso di sgomento che attraversa il paese. Dobbiamo fermare questa emorragia. Dobbiamo ridare speranza". "In questi mesi ho incontrato centinaia di imprenditori in ogni angolo d'Italia; ovunque -sottolinea- ho trovato preoccupazione, ansia, in alcuni casi vera e propria angoscia. Per gli imprenditori e per i loro collaboratori le conseguenze sociali e umane della crisi tanno diventando drammatiche". "Ho trovato però anche tanta voglia di fare. Soprattutto di non mollare", evidenzia Squinzi. Ddl lavoro non convince, ancora poco per competitività. La riforma Fornero sul mercato del lavoro continua a non piacere a Confindustria. "Se la riforma delle pensioni e' stata severa, ma necessaria, la riforma del mercato del lavoro appare meno utile alla competitivita' del Paese e delle imprese, di quanto avremmo voluto", dice dal palco dell'Assemblea generale, Giorgio Squinzi. E anche se il provvedimento "modifica il sistema in piu' punti" non sempre lo fa pero' "in modo convincente", aggiunge."Se non apriamo ai giovani nuove possibilita' di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunita'' di affermazione sociale, la partita del futuro e' persa non solo per loro, ma per tutti noi, per l'Italia". Nel discorso del neopresidente non è mancato un riferimento al suo predecessore, Emma Marcegaglia. Raccogliendo il testimone "di donna coraggiosa e appassionata", Squinzi ha detto: "Cara Emma i tempi della tua presidenza sono stati molto duri, ma tu sai bene che i miei lo saranno ancora di più".

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