Ecco l’inferno europeo visto dal paradiso tedesco
Immaginate di essere Herr Fischer, impiegato pubblico di Francoforte. Volete cambiare la vostra gloriosa Opel, magari con una più stuzzicante Audi o Bmw: un gruzzolo da parte l’avete, quindi niente rate. E poi vi hanno insegnato che meno debiti si fanno, meglio è. Noi, pensate, non siamo come quegli irresponsabili degli italiani, dei greci, dei francesi e degli spagnoli: non è questo che ripete sempre la Cancelliera? E non è quanto è stampato in caratteri cubitali sulla Bild che avete bene aperta davanti come altri cinque milioni che la pensano esattamente come voi? "A Bruxelles ci serviranno una bella minestra fatta di debiti altrui": ecco cosa scrive il vostro giornale preferito. E come darle torto: la parola debito, lo ha ricordato il vostro grande ministro delle Finanze, Herr Schauble, in tedesco si dice "Schuld", che ha la stessa radice di "Sunde": colpa. "Quindi - nota Schauble - chi vuole la moltiplicazione dei debiti è come quei cattolici papalini dediti alla vendita delle indulgenze". Fortuna che Frau Merkel è luterana. Però, un attimo: state leggendo che potete prendere un finanziamento a quattro anni al tasso incredibile dell’uno per cento. Un terzo dell’inflazione, che proprio Schauble ha deciso di portare al di sopra del tre, con buona pace dei trattati europei e del famoso retaggio di Weimar (vabbè, con tante virtù qualche piccola licenza sarà ammessa, no? E poi i trattati li fate pur sempre voi). Non solo: il governo ai dipendenti pubblici ha appena promesso un aumento di stipendio del sei per cento, come nell’industria privata. Ma che male c’è: la Germania se lo può permettere. Già ma come si giustifica quel tasso così basso per la vostra nuova auto? Semplice: il vostro governo non fa che finanziarsi a costo zero: gli ultimi Schatz, i titoli biennali, sono andati a ruba allo 0,07 per cento. Mica come in Italia e Spagna dove lo Stato deve garantire, e a fatica, il 3,6 ed il 4,23. Eccola la superiorità ariana, pardon tedesca, si vede in questo: il vostro debito è così bello e così forte che in pratica si ripaga da solo. Anzi, ci si può perfino guadagnare. Le banche non sono certo a corto di liquidi, e se anche si sono parecchio esposte sulla Spagna e perfino sulla Grecia sarà colpa di greci e spagnoli che hanno carpito la loro buona fede. Il governo, d’altra parte, finanziandosi a costo zero può pure concedere che la vostra banca di fiducia vi faccia un prestitino all’uno per cento. E quindi perché non comprare a rate la vostra nuova Opel, anzi la vostra nuova Audi. Il gruzzolo ve lo tenete per una bella vacanza sulla Costa del Sol, dove gli spagnoli quest’anno affittano appartamenti a prezzi da favola (d’altra parte li avete o no finanziati voi tedeschi quei residence tutti allineati sulla spiaggia?). E il resto lo mettete tutto in Bund, i vostri amatissimi decennali, che renderanno meno del due, ma se viene giù l’euro saranno un vero boom, l’affare del secolo. Alla faccia di quegli straccioni di latini: è bella la vita per voi Herr Fischer. Ma neppure Fraulein Neumann, giovane ricercatrice in un’azienda privata di Colonia, se la passa male. Mettetevi nei suoi panni. Su Der Spiegel e Focus, i vostri settimanali preferiti (mica come quegli incolti che sfogliano solo la Bild), avete letto che la disoccupazione giovanile è un po’ alta, il 7 per cento, ma scenderà entro il 2012 al cinque. Niente a che vedere con i coetanei italiani, poveretti, dove uno su tre è senza lavoro, o greci e spagnoli, a spasso più della metà. Voi non temete nulla, e quindi potete pensare a un bel mutuo: l’aumento che avete appena ottenuto dalla vostra azienda, il piano di previdenza garantito dallo Stato, che non deve renderne conto a nessuno, tanto meno a quei rompiscatole degli europei visto che in Germania non fa parte del debito pubblico, vi permettono di pensare al futuro. Anzi: edificare è la parola giusta. È quella che usano più spesso i vostri politici, la Merkel certo, ma anche i verdi per i quali avete simpatia (i Banditen no, voi votate come tutti con il cuore ma anche con il portafoglio). «Le Germania resterà sempre un solido edificio in Europa, anche se dobbiamo aprirci agli altri» ha detto Hannelore Kraft, alleata appunto della "Grune" Sylvia Lohrmann, due donne: è a loro che è andato il vostro voto alle regionali. Ora però è tempo di andare in banca e prendere il mutuo. Lo spread è altino, il 2,8 per cento per un variabile, ma i tassi resteranno bassi a lungo visto che la Bce deve provvedere ai paesi malridotti (con i vostri soldi, accidenti), e comunque sapete che in fatto di spread l’Italia è minimo oltre il quattro, gli amici spagnoli sopra il cinque, i greci non ne parliamo. Quindi è il momento di comprarvi casa e conquistare l’indipendenza totale: non resterete mica a ciondolare dai genitori come quei perditempo dei ragazzi latini. Siete o no una giovane tedesca? Se poi questa strana cosa dell’euro per la quale tutti si stracciano le vesti, salta in aria, il vostro appartamento di Colonia come minimo raddoppierà di valore. Come capitò a quelli dell’Est quando quell’anziano signore di Helmut Kohl fece la riunificazione e dette a tutti i cambio alla pari. Certo, allora il conto lo pagò tutta l’Europa e magari anche i vostri amici spagnoli e quei simpatici nullafacenti degli italiani. Ma voi eravate appena nati, e non potete certo portarvi dietro le colpe dei vostri padri e nonni. E poi basta con questa storia della memoria corta della Germania: i debiti del ’53, quelli del ’90... Sì, all’università avete letto le teorie di un vostro connazionale, Albrecht Ritschl, docente alla London School of Economics, che ricorda come un trattato, il London Act, cancellò tutti i debiti della seconda guerra mondiale, ed un altro trattato, nel ’90, eliminò i 1.600 miliardi di costi dell’unificazione... E chi si oppose in entrambi i casi? La Grecia. Ma non è questa la prova? I greci non meritano nulla. Dice bene la copertina dello Spiegel: "Acropolis Adieu". Ah, come farebbe l’Europa senza la Germania.