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Il lusso in Borsa non conosce la crisi Ferragamo vale più di Finmeccanica

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L'azienda fiorentina ha una capitalizzazione di oltre 2,8 miliardi, sorpassa Mps

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Nonsolo. Più i listini affondano e più per loro aumentano i guadagni. Sono le aziende del lusso che continuano a macinare profitti anche se la situazione politica ed economica in Europa sta creando preoccupazione tra gli imprenditori del settore. Merito degli acquisti effettuati dai paperoni europei e dai turisti asiatici in visita nelle capitali fashion. E i mercati hanno premiato i titoli del lusso con performance brillanti. Qualche esempio? Ferragamo, nelle scorse settimane, ha superato quota 18 euro per azione, il doppio rispetto al valore del collocamento in borsa (a 9 euro) avvenuto a fine giugno 2011 (adesso i titoli si attestano a 16,72 euro). La capitalizzazione dell'azienda fiorentina ha così superato i 2,8 miliardi di euro, sorpassando il valore di Borsa di Mps, la terza banca italiana, che si è «ristretto» a 2,3 miliardi. Ferragamo, inoltre, sul mercato vale più di Finmeccanica, l'azienda statale euro-spaziale (capitalizza meno di 1,6 miliardi) e di Mediaset (1,6 miliardi). Cucinelli, a meno di un mese dallo sbarco a Piazza Affari, sta guadagnando quasi il 50% rispetto al valore di offerta delle azioni in ipo a 7,75 euro. Gli analisti restano positivi sul settore, nonostante ritengano che le attuali quotazioni della maggior parte delle azioni siano elevate. Standard and Poor's ha annunciato recentemente che ha rivisto al rialzo l'outlook su Lvmh, il primo gruppo fashion al mondo, da «stabile» a «positivo». Dalle valutazioni di borsa ai fondamentali delle società: in Italia Ferragamo ha chiuso il primo trimestre 2012 con vendite in progresso del 23,4% a 259,6 milioni e un utile netto consolidato in rialzo del 10,2% a 17 milioni. Il gruppo Tod's, inoltre, ha realizzato ricavi in progresso dell'8% a 263,2 milioni e un ebitda di 66,7 milioni, in progresso del 2,4%. «Sulla base dei positivi risultati dei nostri negozi e dell'andamento della raccolta ordini per le prossime collezioni invernali, sono convinto che il nostro gruppo realizzerà anche nel 2012 una significativa crescita dei ricavi e degli utili», ha commentato il presidente della società, Diego della Valle. Brunello cucinelli, l'azienda di cashmere sbarcata a piazza affari lo scorso 27 aprile, nei primi tre mesi del 2012 ha evidenziato un aumento dei ricavi del 17,1% a 77,6 milioni, un incremento del 27,6% dell'ebitda a 12,9 milioni e un risultato netto di 7,2 milioni, in crescita del 36%. Non solo. Il fondatore Brunello Cucinelli ha dichiarato di guardare al futuro «con sano ottimismo». Anche Aeffe, che detiene i marchi Moschino e Alberta Ferretti, ha realizzato nel primo trimestre 2012 un utile netto pari a 1,9 milioni, in crescita del 135% rispetto allo stesso periodo 2011, a fronte di ricavi consolidati in aumento del 3,6% a 74,5 milioni. In espansione anche Geox. «Se siamo riusciti a creare un brand mondiale è perchè investiamo in ricerca e sviluppo il 2% del nostro fatturato» spiega il numero uno dell'azienda, Moretti Polegato che ha ricevuto la laurea honoris causa in Economia all'Università di Firenze. Anche il colosso Luxottica, inoltre, leader mondiale dell'occhialeria, ha annunciato per il primo trimestre 2012 un fatturato di 1,78 miliardi di euro, in crescita del 14,9% e un utile netto di 145,9 milioni, in crescita del 27,2%. In borsa le azioni sono salite quasi del 25% da inizio anno, tanto che la capitalizzazione del gruppo è di oltre 12 miliardi, poco meno di quella di unicredit, che però ha inizio anno ha fatto un aumento di capitale da 7,5 miliardi. L'Alcantara, leader nei rivestimenti di lusso, ha realizzato per il 2011 un fatturato in crescita del 20% a quota 94 milioni e un utile che ha superato gli 8 milioni e ora si sta posizionando nel settore degli yacht di lusso e delle navi da crociera. Vento in poppa anche per i big esteri. LVMH ha archiviato i primi tre mesi dell'anno con un rialzo delle vendite del 25% a 6,58 miliardi di euro. Hermes ha vantato un fatturato in progresso del 21,9% a 776,9 milioni. Tra l'altro in Europa le vendite di Hermes sono salite addirittura del 27%, più che in Asia (+22%) e in America (+13%).

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