Fiat Mirafiori chiude per sei giorni
A giugno e luglio cassa integrazione per tutti i 5400 «colletti bianchi»
Ladomanda di auto continua a essere molto bassa in Italia e in Europa, così Fiat lascia a casa tra giugno e luglio per la prima volta nella storia dello stabilimento tutti i 5.400 impiegati di Mirafiori. Si tratta dei colletti bianchi, di coloro cioè che si occupano della parte amministrativa che precede e segue le fasi prettamente produttive. Una conseguenza - spiegano da Torino - delle interruzioni costruttive sulle linee per adeguare l'offerta di vetture a una domanda che continua a mancare. A fermarsi per tre giorni a giugno e tre a luglio saranno i cosiddetti Enti Centrali, quelli che processano il flusso documentale di ordini ai fornitori e tutto il post servizio legato alle auto. Intanto Sono preoccupati anche i lavoratori dello stabilimento di Cassino, che sollecitano nuovi modelli. I sindacati chiedono la conferma degli investimenti e annunciano un incontro con i vertici Fiat a giugno. Le difficoltà del mercato dell'auto e il calo delle vendite Fiat cominciano ad avere contraccolpi in tutti gli stabilimenti italiani. A Mirafiori per la prima volta tutti i colletti bianchi andranno in cassa integrazione sei giorni: 14, 15 e 21 giugno, 12, 13 e 19 luglio. Altri erano già programmati per il 22 giugno e il 20 luglio quando lo stabilimento torinese resterà chiuso utilizzando i permessi personali dei lavoratori. «È una pessima notizia: vuol dire che anche a livello della testa di Fiat ci sono forti problemi», commenta Edi Lazzi, responsabile V lega Fiom. «I timori sull'indebolimento dell'azienda e il disimpegno dal Paese cominciano drammaticamente ad assumere una forma concreta. Ci auguriamo che la città, le istituzioni e le forze sociali non voltino ancora lo sguardo da altre parti minimizzando ciò che sta accadendo». Crescono i timori anche a Cassino, da dove escono circa 220 mila auto all'anno a fronte delle 400.000 previste. «Abbiamo firmato a dicembre un contratto aziendale - afferma il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti - e l'ad di Fiat Sergio Marchionne ora deve mantenere la promessa comunicando gli investimenti che si vogliono fare per le diverse fabbriche italiane e, in particolare, per quella di Piedimonte San Germano dicendo quale nuova vettura si vuole produrre per invertire la tendenza, che adesso è piuttosto critica, allo scopo di mettere fine così alla lunga scia di cassa integrazione». A Piazza Affari ultima giornata per la negoziazione delle azioni privilegiate e di risparmio che da lunedì saranno tutte convertite in ordinarie. Fiat ha guadagnato lo 0,72% e Fiat Industrial perso il 2,89%. La tensione resta alta in Sicilia nell'ex stabilimento del Lingotto di Termini Imerese dove la situazione è sempre più difficile. Un nuovo tavolo è convocato al ministero dello Sviluppo economico per lunedì 4 giugno con Fiat, Dr Motor, sindacati, Regione Sicilia e ministero del Lavoro «Dopo ben 19 giorni di lotta - ha affermato il sindaco Burrafato - la mobilitazione dei lavoratori della Fiat e dell'indotto ha portato finalmente il ministro Passera ad occuparsi direttamente di Termini Imerese. Sono molto preoccupato, è una città che rischia di esplodere». Il ministro Passera ha rassicurato: «Dobbiamo trovare una soluzione solida in cui i soldi pubblici vengano impiegati al meglio. Se il piano di Dr Motors può essere realizzato daremo il massimo appoggio. Abbiamo dato 15 giorni a Dr per confermare o meno la loro capacità e disponibilità ad attuare l'impegno. Il giorno dopo è stato convocato il tavolo. Se la risposta arriverà prima anticiperemo l'incontro».