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L'ira dell'Abi contro Moody's

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L'accetta di Moody's sul rating di 26 banche italiane, con la minaccia di ulteriori downgrade, sobilla la rinascita del sentimento nazionale. Per una volta politici, Confindustria e banchieri sono stati tutti d'accordo nel puntare l'indice sulle decisioni delle agenzie di valutazione del merito di credito che continuano, con i loro giudizi, a destabilizzare il sistema economico e finanziario dell'Europa. «Un'aggressione all'Italia, alle sue imprese, alle sue famiglie, ai suoi cittadini», commenta l'Abi secondo cui secondo Moody's è «irresponsabile, incomprensibile, ingiustificabile». L'associazione bancaria oggi discuterà «le azioni da adottare», ma ha trovato un appoggio della politica, con il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini che evoca un «disegno criminale» delle agenzie di rating. Quello arrivato lunedì da Moody's, che ha abbassato il giudizio sulla solvibilità di 26 istituti di credito tagliando, in alcuni casi, di ben quattro gradini è stato mal digerito dal sistema bancario. E se Unicredit e Intesa SanPaolo si fermano ad «A3», istituti di media grandezza come Montepaschi e Banco popolare (Baa3) sono a un passo dal livello speculativo, o «spazzatura». Una decisione in realtà quasi preannunciata, quella dell'agenzia americana, dopo il taglio del rating dell'Italia ad «A3» lo scorso febbraio. Per i mercati è comunque vero e proprio colpo, con un crollo per le banche da Montepaschi (-7%) a Intesa SanPaolo e Unicredit, in calo di oltre il 5%. Nuovi «downgrade» sono dietro l'angolo (l'outlook per le banche è negativo), visto che i fattori che hanno spinto Moody's restano in piedi e sono anzi esacerbati dal dramma greco e dalla crisi bancaria spagnola: il ritorno dell'Italia alla recessione e l'austerity, che gravano sulla domanda interna; il peggioramento della qualità degli attivi bancarie le difficoltà di alcuni istituti ad accedere ai finanziamenti a breve. Il rischio dei downgrade, come scritto dalla Banca d'Italia lo scorso 26 aprile, è che alcune banche possano avere difficoltà a finanziarsi. Molti istituti sono dipendenti dalla liquidità facile che arriva dalla Bce. L'Abi, per bocca del presidente Giuseppe Mussari, chiede alla Bce di ignorare i giudizi di Moody's per evitare un «corto circuito». Ma non è solo il mondo bancario a protestare contro gli analisti dell'agenzia. Si dice «completamente d'accordo» con Mussari la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia: «Questi giudizi dovrebbero essere dati con più attenzione, la situazione è delicata e c'è un attacco continuo che preoccupa». Oltre a Casini, che parla di una decisione «di una gravità inaudita», c'è il segretario del Pd Bersani ma anche il presidente dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto.

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