Serve buonsenso per iniettare fiducia nel Paese
Sec'è una buca nella strada riparatela, ma se ci sono ancora due squadre inattive una serve per riaprire la buca e l'altra per sistemarla di nuovo. Frase paradossale che sembra uscita dalla penna di Flaiano. La gente è stufa di slogan e di proclami. Vuole lavoro, che è alla base delle attività economiche, del risparmio e dei consumi. Ne derivano certezza e fiducia. Dalla fiducia nasce il coraggio nello intraprendere. Perché il lavoro non si crea né con i comizi né con i decreti. Va stimolato con lo spirito di iniziativa che deve essere in tutti noi. Andiamo al sodo. Il debito pubblico italiano è un grande freno a mano tirato. E la macchina con alcuni cilindri fuori uso non riesce ad arrampicarsi sulla salita. Troppo impervia. Lo Stato imprenditore ha creato guasti, fallimenti e corruzione. In un momento di crisi, come l'attuale, però anche lo Stato va utilizzato. Per produrre e investire. Va bene il rigore purché non sia "rigor mortis". L'Italia è un paese lungo che, nel passato, ha avuto il merito di unirsi attraverso le autostrade. Anche se, con miopia o prudenza furono costruite già obsolete. Troppo strette per poter sopportare la grande avanzata della mobilità impetuosa. Il Paese è però mancante di sovrastrutture. Bisogna, passando, come bulldozer sugli interessi di parte e provinciali, mettere in atto tutto ciò che possa consentire la ripresa della volontà a mettersi in gioco e operare. Il Governo deve intervenire. Si procuri fondi in modo intelligente. Con titoli di Stato che abbiano anche degli appeals per "risparmi" fiscali. Magari con la possibilità di convertire bonds in azioni e far diventare i cittadini azionisti del loro territorio. Si obietta. Non ci sono soldi e il risparmio diminuisce. Non è poi tanto vero. La gente risparmia, non perché formica, ma, perché non spende. Per paura. Se lo Stato e la burocrazia invece di essere nemici diventano alleati, molti riacquisteranno fiducia nelle istituzioni che hanno una credibilità sotto lo zero. E se c'è fiducia allo interno, questa contagia anche l'estero che riprende ad investire qui da noi. È vero: non esistono ricette miracolistiche. È sufficiente serietà e buon senso. Tutti comincino a fare la loro parte. Non di parte ma nello interesse concreto generale che poi premierà anche quello individuale.