Le Borse non temono la svolta di Parigi
Si paventava un terremoto e invece i mercati hanno commentato positivamente l'esito del voto in Francia e dato per scontato quello in Grecia. La vittoria di Hollande con la prospettiva che venga rimesso in discussione il patto di bilancio sottoscritto dal presidente uscente Sarkozy con la Germania, al momento non preoccupa. Gli investitori stanno alla finestra in attesa che Hollande dia segnali concreti di una svolta nella politica francese e nel rapporto con Berlino. Così dopo uno scivolone iniziale i listini europei hanno marciato in positivo con l'eccezione di Francoforte che è rimasta al palo, sul timore che la politica del rigore portata avanti dal Cancelliere, Angela Merkel, venga messa in discussione. Diverso l'atteggiamento verso l'esito del voto greco con la Borsa di Atene che ha perso oltre l'8% e ha chiuso lasciando sul campo il 7,96%. I partiti pro-Europa, ovvero quello della Nuova Democrazia (centrodestra) e il Pasok (socialisti), che potrebbero non raggiungere la maggioranza dei seggi in Parlamento. Parigi ha messo a segno un progresso dell'1,65%, mentre è rimasta indietro Francoforte (+0,12%). Milano e Madrid hanno vantato le performance migliori, recuperando la debolezza delle ultime settimane. Madrid ha chiuso in progresso del 2,72%. Il Ftse Mib ha terminato le contrattazioni in progresso del 2,56%, sospinto in alto soprattutto dalla volata delle azioni bancarie e di Ti Media per le indiscrezioni sulla vendita de La7 a cui sarebbero interessati il presidente dell'Espresso, Carlo De Benedetti, l'editore e presidente del Torino, Urbano Cairo, e il produttore cinematografico tunisino Tarek Ben Ammar. Il titolo, che per tutta la giornata è rimasto in asta di volatilità, ha segnato in chiusura un balzo del 21,78% a 0,17 euro. In una nota Telecom, su richiesta della Consob, ha precisato che «nel corso della riunione del consiglio di amministrazione del 9 maggio verranno esaminate le diverse opzioni strategiche riguardanti la partecipazione di controllo in Telecom Italia Media». A Piazza Affari hanno preso a correre le azioni delle banche, complice il calo dello spread, che dopo aver superato la soglia dei 400 punti, ha terminato a 378 punti. Un valore che riporta il rendimento dei nostri titoli al 5,40%. Le Bpm hanno vantato un guadagno dell'8,7%, sospinte in alto dalle indiscrezioni sul futuro piano di rilancio della banca elaborato dall'ad Piero Montani insieme con il primo azionista, Andrea Bonomi. Piano che prevede la fusione con banca Akros e l'esubero di un migliaio di dipendenti. La trimestrale della banca, che verrà annunciata lunedì prossimo, dovrebbe sancire il ritorno all'utile dopo la perdita di 614 milioni del 2011. Del comparto creditizio sono andate bene anche le Mps (+6,3%), le Bper (+5%) e le Intesa Sanpaolo (+3,9%). Unicredit ha messo a segno un +5,3% e Ubi del 3,7%. Hanno fatto relativamente peggio le Banco Popolare (+2,6%) e le Mediobanca (+1%). Maglia rosa del Ftse Mib per A2A che termina gli scambi in rialzo del 9,08% a 0,4731 euro, dopo la chiusura degli accordi con Edison su Edipower, mentre in territorio negativo chiudono Azimut (-1,75%) e Tenaris (-0,29%). Per la galassia Ligresti e il colosso assicurativo bolognese Unipol, sono ripresi i contatti dopo lo stop alle trattative imposto dall'antitrust. I lavori per la definizione dei concambi tra i due gruppi sono ricominciati. Sul fronte valutario, l'euro, sceso in mattinata mattina sotto quota 1,30 dollari per la prima volta dal 25 gennaio, in serata viaggiava a 1,3053 dollari (1,3109 venerdì) e 104,2 yen (104,7).