Il Tesoro sbaglia Imu più cara dell'Ici
L'IMU sulla prima casa ci costerà davvero meno della vecchia ICI come sostiene il Dipartimento delle Finanze con tanto di tabelle e confronti illustrati? Un nostro lettore, Paolo Pendola di Frosinone, è assolutamente convinto di no. In una lettera inviata al giornale ha definito i calcoli del Tesoro «incredibili». Facendo un po' di calcoli ha smontato le analisi delle Finanze dimostrando il contrario. Infatti, scrive Pendola, «il Dipartimento confronta le due imposte simulando un'ICi sulla prima casa pari al 5 per mille ad un'IMU al 4 per mille. Perchè? Sarebbe bastato prendere Roma, ad esempio, dove l'ICI prima casa era al 4,6 per mille, esattamente come l'IMU. È evidente, quindi, che partendo da una così forte - ma assolutamente ingiustificata - differenza i risultati portano ad un'IMU inferiore». Seconda obiezione: «Quando confronta il peso delle due imposte in relazione alle rendite, il Dipartimento dimentica che il decreto salva Italia ha aumentato, ai fini IMU, le rendite del 60%. Quindi, una casa con rendita di 500 euro per l'ICI avrà una rendita di 840 per l'IMU (poichè i risparmi, secondo il Dipartimento, sono a favore dell'IMU fino a rendite di 600/700 euro, è evidente che considerare il moltiplicatore porta a risultati molto diversi rispetto a quelli calcolati)». Il lettore si domanda, infine, «cosa c'entri il livello dei redditi dichiarati (a parte che, se è vero che siamo tutti evasori, i redditi dichiarati non sono veri). Infatti, l'IMU si applica sul valore dell'immobile e quindi prescinde totalmente dal reddito dichiarato». In ogni caso Pendola ha fatto il calcolo sul suo appartamento (120 mq) e su quello di tre suoi amici (tutti fra 100 e 180) e le cifre che hanno ottenuto sono di gran lunga superiori a quelle ipotizzate dal Dipartimento. Ma allora i tecnici del ministero del Tesoro danno i numeri? Poiché le perplessità del lettore di Frosinone si sono parse sensate abbiamo chiesto conforto agli esperti del centro studi tributari Eutekne per fare chiarezza sulla babele di numeri e di interpretazioni. Secondo il direttore Enrico Zanetti, il rapporto del Dipartimento delle Finanze che mette a raffronto l'IMU «sperimentale» con la «vecchia» ICI sulla prima casa «è estremamente interessante, ma è anche una risposta ben confezionata ad una domanda che nessuno ha posto. O quanto meno ad una domanda molto meno pressante di altre, quali quelle che concernono l'aggravio che si determinerà sui proprietari di abitazioni concesse in comodato gratuito ai figli che vi risiedono, nonché sui proprietari di abitazioni concesse in affitto e sugli immobili strumentali delle imprese». Zanetti giudica assolutamente corretto quanto evidenzia lo studio in merito al fatto che, in ipotesi di parità di aliquota applicata sulla prima casa, per le abitazioni principali con rendita catastale fino a 383,66 euro l'IMU si presenta addirittura meno onerosa della «vecchia» ICI ante abolizione dell'imposta sulle prime case. «Se è per quello, possiamo allora aggiungere che, ove vi sia un figlio, la soglia di minore onerosità dell'IMU sale fino ad abitazioni con rendita catastale di 582,18 euro e, se i figli sono due, sale ulteriormente fino alla soglia di 776,62». E allora? si domanda l'esperto di Eutekne. Forse che negli ultimi anni i contribuenti pagavano l'ICI sulla prima casa? «No e quindi sarebbe veramente comico cercare di lasciare implicitamente intendere che, sino alle predette soglie, il contribuente con l'IMU ci guadagna rispetto all'ICI, perché è invece evidente che con l'IMU ci guadagna in alcuni casi lo Stato, ci guadagnano in altri casi i Comuni, ma non ci guadagnano mai, in nessun caso, i contribuenti». Il raffronto operato nello studio può avere senso al massimo per evidenziare che, sul fronte prima casa, l'IMU implica nella sostanza un ripristino della «vecchissima» ICI, ossia quella che, fino al 2007, colpiva anche l'abitazione principale. Un ripristino attuato secondo modalità tali da rendere l'imposta meno gravosa sulle piccole e piccolissime abitazioni e più gravosa su quelle medie e grandi, con l'aggiunta della variabile della dimensione del nucleo familiare in presenza di figli. «Nessuno però ha mai messo in dubbio quanto precede», conclude Zanetti. Sottolineando che l'IMU è infatti proprio questo: «il ripristino dell'ICI sull'abitazione principale, ovvero poco più di 3 miliardi di euro di gettito, e l'aumento dell'ICI, in alcuni casi mostruoso, su tutti gli immobili diversi dall'abitazione principale, ovvero poco meno di 8 miliardi di euro di gettito. Anche se, è opportuno sottolinearlo, i casi, in cui a conti fatti l'aliquota IMU sulla prima casa risulterà davvero pari o addirittura inferiore di quella ICI che i Comuni applicavano fino al 2007 (ipotesi su cui si fonda l'intero studio del Dipartimento delle Finanze), non saranno probabilmente molti». Di conseguenza, è il verdetto di Eutekne nonché la risposta ai dubbi – legittimi - del nostro lettore, saranno molti in termini percentuali i contribuenti che si ritroveranno comunque a pagare più di quanto pagavano sino ad allora sulla propria abitazione principale. Oltre che pagare molto o moltissimo di più di quello che pagavano sino all'anno scorso sugli altri immobili.