Grandi soci Acea: chiarezza sulla cessione
I francesi di Gdf Suez e i manager: la tempesta politica deprezza il titolo
Servechiarezza e trasparenza perché la «tempesta politica» che si è abbattuta sulla giunta comunale per il dossier della vendita del 21% della quota in mano al primo cittadino perché la «tempesta politica» in corso fa male al titolo in Borsa e danneggia l'azienda. A farlo presente in maniera chiara sono i vertici della società capitolina, nell'assemblea che ha approvato il bilancio 2011. Un messaggio al quale si associa il socio forte GdfSuez (12,5%) che, con l'altro azionista importante, Francesco Gaetano Caltagirone (16,2%), preme perché l'operazione, alla quale si oppongono invece i piccoli azionisti, si faccia al più presto e «rispettando la legge». La cessione di una quota del 21% (attualmente il Comune, attraverso Roma Capitale, detiene una partecipazione del 51%) non era all'ordine del giorno dell'assemblea, ma il presidente Giancarlo Cremonesi e l'ad Marco Staderini, pur non entrando nel merito, non si sono sottratti alle considerazioni dei soci: da una parte ci sono i piccoli azionisti, contrari a una vendita per la quale, dicono, non c'è obbligo di legge e che comunque con i valori attuali sarebbe «una svendita». Dall'altra i due grandi soci: Francesco Gaetano Caltagirone, non presente in assemblea ma che nei giorni scorsi aveva già ribadito la necessità di vendere, e GdfSuez, il cui rappresentante ha ieri sollecitato il Comune di Roma a decidere rapidamente perché «l'incertezza potrebbe influire sul titolo con danno per tutti gli azionisti di minoranza», e a «rispettare la legge» procedendo alla cessione, anche per evitare il rischio di perdere la concessione dell'illuminazione pubblica a Roma, da poco rinnovata fino al 2027. A rassicurare i piccoli azionisi è stato Cremonesi che ha sottolineato che la vendita della quota «non rappresenta un pericolo per nessuno», e non incide «sulla qualità del servizio». Le domande dei soci si sono concentrare anche sugli stipendi dei manager. I piccoli azionisti si sono scagliati in particolare contro la retribuzione del dg Paolo Gallo (756mila euro), ma Cremonesi, in un intervento piuttosto «caldo», ha parlato di demagogia, osservando che gli stipendi di Acea sono «un terzo di quelli di società similari». L'azienda Acea si avvia comunque a chiudere una trimestrale «in crescita». Fil. Cal.