Enel pronta a rialzare le cedole
FulvioConti, ad del gruppo elettrico ha rassicurato così le preoccupazioni degli azionisti che hanno visto comprimersi al ribasso le quotazioni del titolo in Borsa. Non è solo un auspicio «l'andamento del primo trimestre dimostrerà questa affermazione» ha aggiunto il manager. Insomma dopo il calo verticale del titolo in Borsa, sceso pochi giorni fa sotto i 2,4 euro sulla scia di un piano strategico poco apprezzato dal mercato, il capo azienda annuncia la fase del riscatto con una possibile revisione al rialzo della politica dei dividendi, se il contesto macroeconomico e del settore lo permetterà. Dopo l'addio al progetto nucleare, l'inasprimento della Robin Tax e la crisi del debito in Italia e in Spagna (Paesi da cui derivano circa il 70% di ricavi e mol), il quadro rimane «molto incerto», ha spiegato Conti all'assemblea annuale, e nel 2012 la situazione non sembra in via di miglioramento. In Italia il calo dei consumi elettrici «sembra ormai strutturale», tanto che «un ritorno ai livelli pre-crisi non è prevedibile prima del 2014». Per di più, agli effetti della crisi economica si sommano anche quelli del boom delle rinnovabili, in particolare il fotovoltaico che, iperincentivato con oneri che poi ricadono in bolletta, «ha contribuito all'eccesso di capacità disponibile», con un'offerta di circa 1,5 volte superiore al picco massimo della domanda. Anche in questo contesto Enel è però una società dai «fondamentali solidi», che prevede di tornare presto a crescere, fino ai 5 miliardi di utile netto previsti nel 2016. Per questo, puntando sulla diversificazione geografica, America Latina in testa, e tecnologica, a partire dalle rinnovabili, il gruppo potrà bilanciare l'impatto della crisi. E rivedere, se il quadro migliorerà, il payout del dividendo, appena tagliato dal 60% al 40%. Finché la situazione macro non mostrerà segnali di ripresa, le strategie restano però incentrate sulla necessità di stabilità finanziaria, così come quelle del Tesoro, primo azionista del gruppo, rimangono focalizzate sul «massimo rigore». Prendendo la parola all'assemblea, il ministero dell'Economia, a cui sarà dato con il dividendo un assegno di 763 milioni (in calo rispetto agli 822 milioni dell'esercizio precedente), ha infatti raccomandato esplicitamente al cda «il contenimento delle remunerazioni» di tutto il management, ricalcando lo stesso invito arrivato a inizio mese dalla Corte dei Conti. Oltre alla richiesta di Via XX Settembre, a movimentare l'assemblea sono stati i rappresentanti delle comunità indigene sudamericane di Colombia, Guatemala e, fuori dal palazzo dell'Enel, del Cile, dove Endesa (controllata spagnola del gruppo) porta avanti il progetto di dighe HydroAysen. Gli indios hanno manifestato assieme ai comitati no coke (contro l'utilizzo del carbone), agli abitanti dell'Amiata contrari alla geotermia e ai militanti di Greenpeace. Gli stessi che l'Enel ha deciso di querelare per la «campagna diffamatoria» messa in campo dall'associazione.