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Cresce il divario salari-prezzi

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Tocca un livello record, a marzo, il divario tra salari e prezzi. Il mese scorso la forbice tra l'aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,2%) e il livello d'inflazione (+3,3%), su base annua, ha registrato una differenza di 2,1 punti percentuali: si tratta del divario piu alta dall'agosto del 1995. Lo ha comunicato l'Istat. Quanto ai principali macrosettori, a marzo, le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale dell'1,7% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che, lo scorso mese, hanno presentato gli incrementi tendenziali maggiori sono stati: tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (2,9%), chimiche, comparto di gomma, plastica e lavorazioni minerali non metalliferi e quello delle telecomunicazioni (2,7% per tutti i comparti). Si sono registrate, invece, variazioni nulle nell'agricoltura, nel credito e assicurazione e in tutti i comparti appartenenti alla pubblica amministrazione. CONTRATTI DI LAVORO Sono 4,3 milioni i lavoratori in attesa di rinnovo contrattuale. Alla fine di marzo la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 32,6% nel totale dell'economia e del 12,3% nel settore privato. Lo ha comunicato l'Istat. L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di oltre due anni (27 mesi) tanto nel totale che nell'insieme dei settori privati. Alla fine di marzo 2012 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica corrispondono al 67,4% degli occupati dipendenti e al 61,8% del monte retributivo osservato.  

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