Monti: "L'Ue investa nella crescita"
L'Europa deve perseguire con decisione delle politiche di crescita, non solo attraverso le riforme strutturali, ma anche salvaguardando gli investimenti produttivi che creano domanda e generano crescita per il futuro, senza però illudersi con le "scorciatorie keynesiane" del "deficit spending" e delle politiche espansionistiche orientato al consumo, ma continuando a rispettare rigorsamente la disciplina di bilancio acquisita con il "Fiscal Compact". E' quanto ha detto, in sostanza, il premier, Mario Monti, oggi a Bruxelles allo European Business Summit. ha detto il premier, Mario Monti, oggi a Bruxelles allo European Business Summit.Monti ha anche ribadito la sua vecchia idea di contabilizzare la spesa per alcune ben definite categorie di investimenti produttivi in modo diverso dalla spesa corrente nei bilanci nazionali (con l'obiettivo di tenerla fuori dai limiti del Patto di stabilità dell'Eurizona). "Bisogna evitare - ha sottolineato il premier - le illusioni delle scorciatoie verso la crescita, come le vecchie politiche keynesiane per stimolare la attraverso politiche espansive, che andrebbero contro il Fiscal Compact e non produrrebbero benefici per le nostre economie. L'Italia è uno dei paesi che sta spiegando sforzi giganteschi politici, sociali ed economici per conseguire il pareggio di bilancio nel 2013 e un avanzo primario al 5% del Pil. QUesto significa che rigettiamo le politiche della crescita generata dal deficit pubblico, le politiche effimere del "deficit spending". "Ma non bisogna dimenticare - ha sottolineato Monti - che le riforme strutturali di per sé non generano mai crescita, se non c'è domanda. Le nostre misure strutturali e misure di consolidamento sono deflazioniste, non creano crescita automaticamente. Abbiamo bisogno della domanda, altrimenti la crescita non si materializza. Per questo, dobbiamo salvaguardare certe categorie di spesa che creano domanda oggi e generano crescita per il futuro. Non è il caso per spesa corrente e i consumi, ma lo è ad esempio per le infrastrutture transfrontaliere e interne, con investimenti sia pubblici che privati. Dobbiamo evitare che fra due o tre anni la disciplina finanziaria finisca ingloriosamente, come accadde con il Patto di stabilità nel 2003 (quando Geramnia e Francia, che lo avevano violato, chiesero e ottennero di "anmmorbidirlo", ndr)". "Guardiamo con impazienza - ha proseguito il presidente del Consiglio - a nuovi strumenti europei per generare crescita, come il sostegno della Banca europea degli investimenti per le infrastrutture trasfrontaliere, ma anche un trattamento appropriato degli investimenti nei conti pubblici interni dei paesi membri, non come via di eludere la disciplina di bilancio, ma per renderle veramente sostenibile nel medio termine". Su questo terreno, ha osservato, "l'Italia è molto impegnata, con il sostegno dei tre gruppi politici tradizionali che prima a malapena si parlavano fra loro. Ora ci sostengono insieme". "Accogliamo con favore - ha detto ancora Monti - il più forte accento che altri stanno mettendo sulla crescita, e dovremo lavorare ora molto rapidamente in vista di un'agenda strategica per la crescita che non sia in conflitto con la disciplina di bilancio, che è un'acquisizione - ha concluso - molto importante per l'Europa".