Squinzi promosso, Bombassei arretra
Il neopresidente passa l'esame della Giunta e presenta la squadra con 11 vice
Nelparlamentino di Confindustria ieri erano presenti in 150 su 186 e Squinzi con la sua squadra ha incassato 102 voti favorevoli, 22 astenuti e 21 contrari. In cinque non hanno votato. Sarebbero stati i veneti a «tradire» all'ultimo momento Bombassei e ad assicurare a Stefano Dolcetta la vicepresidenza con la delega più strategica, quella sulle relazioni industriali. A un altro veneto, Andrea Bolla, la guida di uno dei comitati tecnici, quello sul fisco. Dopo una vigilia molto tesa caratterizzata da un intreccio di telefonate per trovare una soluzione sulle vicepresidenze in modo da scongiurare la spaccatura e i ripetuti appelli all'unità, la riunione di Giunta si è svolta in un clima meno polemico. Squinzi ha spiegato, con riferimento alle critiche venute dalla corrente di Bombassei, che il programma di prassi va dato alla Giunta. Poi ha sottolineato che alcuni nomi della squadra erano stati indicati anche dal «movimento» di Bombassei. Il neopresidente si è detto complessivamente soddisfatto e ottimista: «Mi sembra che si stia andando nella direzione di ricompattare Confindustria». Unità ribadita anche dal presidente uscente, Emma Marcegaglia. E ala fine anche Bombassei nega la spaccatura: «Non c'è nessuna spaccatura. Chi ha vinto ha vinto e farà il presidente». Più cauto il past president di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo: «Spero che la Confindustria possa ritrovare presto l'unità». Per la squadra, Squinzi punta su una panchina lunga: 11 vicepresidenti e 5 delegati per i comitati tecnici. La poltrona delle relazioni industriali, principale oggetto di scontro con Bombassei, va come previsto a Stefano Dolcetta, mentre lo Sviluppo economico ad Aurelio Regina. Per la ricerca e innovazione c'è Diana Bracco, per le politiche regionali e la semplificazione Gaetano Maccaferri. Ad Antonella Mansi è andata l'organizzazione, ad Aldo Bonomi le Reti di impresa, ad Ivan Lo Bello l'Education, a Fulvio Conti il Centro Studi e ad Alessandro Laterza il Mezzogiorno. La commissione di Riforma di Confindustria sarà guidata da Carlo Pesenti, come concordato con Bombassei. Quanto ai comitati tecnici oltre a Bolla, c'è Paolo Zegna all'internazionalizzazione, Salomone Gattegno alla sicurezza, Edoardo Garrone all'Ambiente e Lisa Ferrarini alla tutela del Made in e la lotta alla contraffazione. Inoltre Giuseppe Recchi ricoprirà un incarico di delegato per gli investitori esteri, mentre ad Antonello Montante la delega per la Legalità. Illustrando il programma, Squinzi ha messo al centro due temi: la crescita e la semplificazione burocratica del Paese. «Il momento è molto difficile e dobbiamo impegnarci al massimo con l'obiettivo di far tornare la crescita in questo Paese». E ha annunciato per l'Assemblea di maggio un manifesto programmatico di azioni concrete. Le priorità sono la riforma della Pubblica Amministrazione, il ritorno ad una politica industriale, un fisco equo e semplice, le liberalizzazioni, e le relazioni industriali innovative. Ma anche attenzione al credito, rafforzamento patrimoniale delle imprese, internazionalizzazione e infrastrutture. Spazio anche alla riforma del sistema di Confindustria per «disegnare un sistema associativo che risponda alle caratteristiche di efficienza e autorevolezza in una società ed una economia complesse e in perenne cambiamento». In materia di fisco, il presidente in pectore ha puntato il dito contro l'attuale sistema definendolo «oneroso, complesso e incerto» e chiedendo «un fisco equo e semplice». Per una reale riforma fiscale occorre «ridurre in misura significativa la pressione fiscale su lavoro e imprese, rendere più semplice il sistema tributario, rafforzare l'azione di contrasto dell'evasione».