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Più attenzione alle sofferenze delle banche

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Èla voce che, nei bilanci delle Banche, si riferisce a crediti dubbi per morosità, anche transitoria, della clientela che potrebbe non onorare in tutto o in parte le obbligazioni contratte. Non sto ad annoiare il lettore con indici e statistiche. Richiamo invece a riflettere sul significato di questo dato, reale e non statistico che riguarda le sofferenze bancarie, in sensibile preoccupante aumento. Bankitalia, giustamente, invita il sistema bancario ad una prudente e sana gestione. Il codice civile che, regola, tra le altre, la materia degli affari, dispone che il Consiglio di Amministrazione nel momento in cui approva la bozza di bilancio, deve indicare il valore dei crediti al loro presumibile realizzo. Ne consegue che se l'organo amministrativo nella doverosa trasparenza, dovesse ritenere di non incassare totalmente i crediti in portafoglio deve provvedere alle rettifiche. Cioè svalutare e quindi apportare nel conto economico delle perdite. I bilanci delle banche, che sono in approvazione in questo mese, periodo dell'anno nel quale si riuniscono le assemblee, riportano pesanti perdite sui crediti. Le aziende sono in affanno e i fallimenti o le procedure concorsuali sono in forte aumento. Aumenta la disoccupazione e la perdita dei posti di lavoro. Quindi difficoltà a pagare debiti o rate di mutuo. Il tutto si ripercuote nella penalizzazione dei conti economici delle Banche, che, va sempre sottolineato, appartengono ai risparmiatori che depositano negli istituti di credito i loro risparmi. La legge fiscale, poi, penalizza fortemente le banche che, non possono "fiscalmente" detrarre queste perdite, che, per il fisco, sono ritenute tali soltanto quando diventano definitive. Basta ricordare la lunghezza dei processi civili. Ne deriva che il bilancio viene appesantito anche per tasse su utili inesistenti. È una annosa querelle. Ma quando si parla di fisco è come toccare i fili dell'alta tensione. Non si tratta qui di caldeggiare provvedimenti a favore delle banche. È un falso problema. Va invece, con onestà intellettuale, turandosi le orecchie per non sentire le grida populistiche, affrontato il problema. La banca come detto è dei depositanti e questi vivono di fiducia verso la propria banca. Sembrano ma non sono banalità. Soltanto semplici osservazioni. Che, perché semplici, vanno analizzate con maggiore cura. All'estero il problema è stato risolto, anche per i bilanci consolidati. In Italia parole al vento tante. Quanto ai fatti pochi e "concertati".

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