Pressing di Bombassei Vuole alcuni vice nella squadra di Squinzi
Lunedìscorso i «ribelli» di Bombassei si sono di nuovo incontrati a Milano per fare il punto sulla strategia da seguire nella Giunta di domani quando gli imprenditori dovranno votare la squadra e il programma di Squinzi. Nonostante le ripetute richieste da parte di Bombassei e della sua corrente per avere voce sulla formazione della squadra dei prossimi vicepresidenti, fino a ieri Squinzi ha mantenuto le carte coperte. L'impressione, secondo quanto fanno sapere alcuni imprenditori della corrente, è che il neopresidente voglia prendere tempo perchè in forte difficoltà per inserire i nomi chiesti dai «seguaci» di Bombassei e per modulare il programma nel segno di una discontinuità con il passato come vorrebbero i «contestatori». La corrente di Bombassei propone alle vicepresidenze Gianfranco Carbonato, il 67enne titolare di un'azienda meccanica che nel 2008 è diventato presidente dell'Unione industriali di Torino, Alberto Ribolla dell'Unione industriali di Varese e Andrea Bolla di Confindustria Verona. Poi la richiesta di Carlo Pesenti alla guida della commissione che dovrebbe occuparsi della riorganizzazione della struttura confindustriale. Ma non finisce qui. La corrente ha chiesto, ma finora senza aver avuto risposta, che Squinzi tenesse conto nella formulazione del programma delle loro richieste; ovvero lo snellimento della burocrazia all'interno di Confindustria, il rilancio della competitività come cardine della politica confindustriale e il potenziamento del Centro studi. Nella riunione di lunedì la corrente ha dato pieno mandato a Bombassei per cercare l'accordo con Squinzi. In caso contrario, ovvero qualora la squadra e il programma non dovessero essere all'altezza delle aspettative dal punto di vista della portata innovativa, la contestazione potrebbe arrivare anche a esprimersi con la scheda bianca. Il voto in Giunta quindi per costoro sarebbe l'astensione. Nessuno, hanno detto, vuole la sfiducia del neopresidente ma la scheda bianca sarebbe comunque un segnale politico fortissimo e senza precedenti nella storia di Confindustria. Oggi quindi sarà cruciale. Bisognerà vedere se Squinzi deciderà di scoprire le carte prima della Giunta o esprimere squadra e programma direttamente domani in occasione del voto. Tra i nodi da sciogliere c'è anche quello della delega sulle relazioni industriali. È un ruolo strategico che finora è stato esercitato da Bombassei e che nella prossima presidenza diventa ancora più importante. Si tratta infatti di gestire l'applicazione della riforma del mercato del lavoro e il passaggio dalla contrattazione nazionale al potenziamento di quella aziendale. Al momento i candidati più accreditati per la squadra di Squinzi sarebbero il presidente di Unindustria Aurelio Regina, Diana Bracco, Laterza e il numero uno di Enel Fulvio Conti. Ma a una poltrona di vicepresidente aspirerebbero anche Zegna, Ivan Lo Bello e il numero uno delle Fs Moretti. Moretti in particolare avrebbe sostenuto Squinzi per avere una sponda nella battaglia contro la Ntv di Montezemolo. Su Carbonato ci sarebbe il consenso di Squinzi e su Regina quello di Bombassei. In gioco anche la poltrona di direttore generale. L'attuale Giampaolo Galli sarebbe tallonato da Giampiero Massolo, che lascerebbe il ministero degli Esteri dopo aver provato la delusione della mancata designazione all'ambasciata italiana in America. Squinzi avrebbe messo il veto sul nome di Stefano Parisi anche se sono in molti a dire che questa è stata più un'autocandidatura che un'ipotesi reale. In questi giorni è spuntata anche la candidatura di Stefano Dolcetta, l'imprenditore vicentino che gestisce l'azienda di famiglie produttrice di batterie, un gruppo presente in 60 paesi. C'è chi ha fatto il suo nome per le relazioni industriali ma Bombassei avrebbe storto il naso.