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Imu in tre rate, ma i Comuni frenano

Veduta dall'alto della capitale

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Si apre l'ennesimo pasticcio sulla nuova tassa per la casa, l'Imu, sostitutiva dell'Ici. Tassa quest'ultima odiata dagli italiani ma almeno semplice e chiara nella sua applicazione. Elemento che sembra invece mancare nella nuova formulazione dell'imposta sulla proprietà immobiliare. Dopo il caos legato alla difficoltà di calcolare con precisione le aliquote per il pagamento della prima rata di giugno, risolto in calcio d'angolo con la soluzione di applicare i precedenti parametri Ici con il conguaglio a metà dicembre, ieri si è aperto un altro fronte polemico. La decisione di dilazionare i versamenti non più in due ma in tre rate ha scatenato la reazione dei Comuni italiani. Che attendono il gettito di giugno anche per pagare gli stipendi dei loro dipendenti oltre che assicurare la regolare erogazione dei servizi pubblici. E che rischiano, senza i flussi assicurati a metà anno, di dover dichiarare in molti casi la bancarotta. Eppure il Parlamento sovrano ha deciso: «L'Imu si pagherà in tre rate» a assicurato il relatore al decreto fiscale alla Camera, Gianfranco Conte (Pdl) che lunedì presenterà un emendamento in questo senso. Una decisione importante che viene incontro alle richieste di chi sta già accumulando parte dei propri redditi per placare la sete di liquidità del fisco italiano. Ma che ha immediatamente scatenato le proteste dei municipi: «L'impatto - ha spiegato l'Anci - sarà devastante se la rateizzazione dovesse riguardare anche la seconda casa». La ragione è molto semplice. Il grosso dell'incasso per lo Stato non verrà infatti dalla prima casa, salvata finora da aliquote non esose e da detrazioni corpose, ma da tutte le seconde abitazioni che saranno assoggettate al balzello del 10,6 per mille sul valore catastale. Dunque se i Comuni contavano su un bottino corposo, la rateazione rischia di far mancare entrate già pianificare temporalmente in bilancio prima della pausa estiva. Un pasticcio che conferma la tesi secondo la quale il ritorno dell'Ici/Imu avrebbe dovuto tralasciare del tutto la prima casa, mantenendo l'esenzione totale per questa, e scaricare l'onere dell'aggiustamento del bilancio pubblico sulle seconde case. Si sarebbe trattato della «patrimonialina» tanto invocata in nome dell'equità e si sarebbe salvata la fetta di popolazione, la maggioranza, con una sola casa, che dovrà fare i conti con nuove restrizioni dei bilanci familiari. Niente da fare. E il caos è di nuovo dietro l'angolo. Sul tema Imu la rateizzazione in tre tranche non sarà l'unica novità. Non ci sarà infatti l'emendamento per sanare la situazione degli anziani residenti negli ospizi e proprietari di case costretti da pagare l'Imu integralmente. Il rischio di un abuso di un'eventuale agevolazione sulla casa lasciata vuota dalle persone ricoverate in case di cura o in ospizi non ha lasciato spazio a modifiche. Novità in vista invece per le case affittate a canone concordato e per le dimore storiche: il relatore sta valutando, nell'ambito delle risorse disponibili, emendamenti per alleggerire la tassazione. Le nuove norme, che avranno l'impatto su moltissimi contribuenti, arrivano mentre il tema fiscale si scalda e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lancia un nuovo monito contro l'evasione. Intanto lunedì arriverà in Consiglio dei Ministri anche la delega fiscale: stop alle tre aliquote Irpef, revisione della tassazione di impresa, fondo per alleggerire le tasse con i frutti della lotta all'evasione e i risparmi dalle detrazioni. Sarebbero queste alcune delle novità che arriveranno con la riforma fiscale. Per le modifiche all'Imu bisognerà sempre attendere lunedì. Oltre alla tassa sulla casa, sulla quale insistono anche gli emendamenti «segnalati» dai vari gruppi, il relatore dovrebbe presentare un pacchetto di modifiche per recepire l'accordo tra governo e Regioni per «l'anticipazione dello sblocco delle risorse per l'edilizia sanitaria e il trasporto pubblico locale», ha riferito ancora Conte, e le modifiche sul Patto di stabilità interno concordate al tavolo con l'Anci. Ma è sull'Imu che è concentrata l'attenzione: «Si pagherà in tre rate», ha assicurato il relatore anche se i dettagli si vedranno ad emendamento presentato. Ancora non è stato deciso infatti se la rateizzazione riguarderà solo l'imposta sulla casa di abitazione o l'Imu in generale, e se riguarderà l'acconto o tutta l'imposta per il 2012. «Ci stiamo ancora lavorando», si è limitato a rispondere Conte. Altolà invece dei Comuni: «Se la rateizzazione dell'Imu sarà solo sulla prima casa non avrà grandi effetti, se viceversa riguarderà anche la seconda casa avrà un impatto devastante», ha avvertito Graziano Delrio, presidente nazionale dell'Anci. Bocce ferme anche per le fondazioni. «Non è vero che le fondazioni bancarie non pagano l'Imu, è un falso problema», ha detto ancora Conte. Tra gli emendamenti presentati dai deputati ce ne sono invece diversi che chiedono appunto che le fondazioni paghino l'imposta.

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