Sfiducia sui mercati. Rendimenti Btp in rialzo. Tensione a Milano
I mercati tornano a diffidare della solidità dell'Italia. E a Piazza affari i listini finiscono sulle montagne russe. Il ministero del Tesoro ieri ha infatti collocato 4,88 miliardi di Btp con varie scadenze. Come previsto, il tasso richiesto dal mercato è stato molto più alto rispetto alla emissione di marzo. Per i titoli a tre anni l'Italia ha dovuto pagare il 3,89% (massimo da gennaio) rispetto al 2,76%. Il ministero ha venduto 2,88 miliardi al posto dei tre che avrebbe potuto e a fronte di una domanda per 4,1 miliardi. Allo stesso tempo, il Tesoro ha collocato il massimo importo prefissato, due miliardi di euro, per le riaperture di Btp fuori corso d'emissione con scadenza novembre 2015, febbraio 2020 e agosto 2023. I rendimenti sono stati rispettivamente del 3,92%; 5,04% e 5,57 per cento. «L'esito dell'asta ha rispecchiato le attese, la domanda è stata forte e i tassi sono risultati in linea con le condizioni di mercato», ha commentato Il viceministro dell'Economia Vittorio Grilli che ha poi rimandato alle decisioni del prossimo Consiglio dei ministri per avere la parola finale sugli obiettivi di deficit del paese quest'anno e l'anno prossimo. «I mercati sono ancora molto nervosi, sappiamo che c'è ancora una strada lunga perché trovino un equilibrio ma non siamo preoccupati della volatilità giorno per giorno», aveva già sottolineato Grilli in mattinata a margine di un evento in Borsa respingendo anche l'idea che tra Roma e Madrid ci sia un confronto per contendersi gli investitori e la fiducia dei mercati. «Non si può parlare di derby. In questo momento di grande fragilità in tutta l'Europa siamo tutti legati. È nell'interesse di tutti fare del proprio meglio ed è nell'interesse di tutti che anche gli altri abbiano successo, non si può pensare - come dimostrano i mercati - che ognuno abbia un suo destino separato». Il governo ha come target per quest'anno un deficit di 1,6% del Pil, mentre punta a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013. Le ultime settimane hanno visto un riaccendersi delle tensioni sui titoli italiani e su quelli spagnoli dopo che la Spagna ha rivisto al rialzo il proprio obiettivo di deficit per il 2012. Roma sembra aver subìto sui mercati un effetto contagio che ha spinto nuovamente al rialzo il premio al rischio richiesto dagli investitori per comprare titoli italiani rispetto a quelli tedeschi, portandolo a quota 400 punti base sulla scadenza decennale. Ieri lo spread tra Btp e Bund ha chiuso a 361,8 punti base, in deciso calo dai 375 punti di mercoledi, così come è sceso il differenziale Madrid-Berlino a 403 punti base. Ma la tensione resta alta. Come dimostra la seduta di ieri vissuta dalla Borse europee all'insegna del nervosismo con finale in territorio positivo. Milano, in profondo rosso per buona parte della giornata complice l'andamento deludente dell'asta dei titoli di Stato, ha poi chiuso con un rialzo dell'1,23 per cento. Ad avere imboccato la strada dei rialzi dopo diverse incertezze anche le altre piazze europee: Londra ha archiviato le contrattazioni con un +1,34%, Parigi con un +0,99% e Francoforte a +1,03%. La spinta decisiva è arrivata da Wall Street che ha incrementato i guadagni dopo la conferma di mercoledì sera della ripresa americana da parte del Beige Book. I mercati hanno inoltre apprezzato alcuni segnali in arrivo dall'economia Usa: i prezzi alla produzione che sono rimasti fermi e il commercio estero che ha registrato una riduzione del deficit del Paese. Non è però mancato qualche dato negativo come quello relativo alle richieste settimanali di sussidio di disoccupazione sono salite a sorpresa di 13.000 unità a 380.000. Ad appesantire i listini, soprattutto quelli periferici, è invece stato il crollo delle banche in Portogallo, che ha alimentato le tensioni sul Paese, per il quale i mercati temono sia necessario un nuovo round di aiuti. Non solo. Il bollettino Bce ha certificato i timori sulla crescita: la nuova fiammata degli spread è sempre più legata alle attese per la crescita. «L'aumento degli spread di Italia e Spagna nelle ultime settimane si è verificato sullo sfondo di una riconsiderazione delle prospettive per la crescita nell'area dell'euro», ha scritto la Bce notando «che la fiducia dei mercati obbligazionari non ha recuperato completamente». In tensione sono finiti i titoli bancari. Conferma il rosso, il peggiore del Ftse Mib, Mps -1,43%. Si risolleva Ubi a +0,51 e anche Unicredit a +0,69% che ha trovato la quadra sul nuovo presidente. Sul listino principale bene anche Enel Green Power +5,14%, Stm +4,74%, Fiat Industrial +3,89% e Ferragamo +3,62%. Mentre sono rimaste in rosso, A2A, Enel e Snam. Piazza Affari ha dunque trovato la forza per consolidare il rimbalzo registrato mercoledi, sebbene il trend negativo che ha segnato il periodo dal 19 marzo scorso ad oggi non si possa dire chiuso. «Il sentiment in Europa è fragile», ha commentato Vincenzo Longo, strategist di IG Markets Italy.