Italia, da Belpaese a "Tassalandia"
Era il Belpaese ora è diventato «Tassalandia». Un paese fondato sul lavoro che è diventato basato sul prelievo fiscale. Il 2012 rischia di essere l'anno del maggiore impoverimento della ricchezza degli italiani già stremati da una recessione della quale non si vede ancora la fine. Si è partiti all'inizio dell'anno con il rincaro delle accise sulla benzina che, complice la risalita dei prezzi del barile di petrolio e la debolezza dell'euro, ha portato il prezzo della verde verso quota 1,99 euro. E che toglierà agli italiani circa 5,9 miliardi di euro. Solo un assaggio dell'aumento delle addizionali Irpef, partito a marzo, dallo 0,9% all'1,23 per un incasso di 2,2 miliardi di euro. Non solo all'ex ministro dell'Economia, Tremonti, gli italiani devono il primo aumento dell'Iva (dal 20 al 21%) che ha aumentato i listini delle merci (primo effetto occulto di tosatura dei redditi) e aggiunto un extra incasso per il Tesoro pari a 4,2 miliardi di euro. Niente paura. A meno di miracoli a settembre l'Imposta sul valore aggiunto salirà ancora di due punti fino a toccare l'invidiabile quota di un'aliquota massima al 23%. Incasso previsto:16,4 miliardi a regime, nel 2014. Ad arricchire il piatto dello Stato però sarà il ritorno dell'Ici, risorta con il nuovo nome di Imu (Imposta municipale sugli immobili) che, almeno per ora, i municipi si limiteranno a riscuotere e a girare allo stato centrale. Dal ritorno della tassa più odiata dagli italiani il governo metterà nei suoi forzieri un ammontare pari a 10,6 miliardi di euro. Sarà la vera stangata dell'anno perché toccherà senza pietà i portafogli di milioni di italiani. E la sorpresa probabilmente si troverà sotto l'albero di Natale. Sì perché il grosso della tassa si pagherà a saldo, a dicembre, visto che con il pasticcio legislativo sulla scadenza della decisione delle aliquote da parte dei Comuni, la prima tranche sarà pagata alla metà di giugno con le vecchie regole ovvero con la percentuale per la prima casa allo 0,4% del valore della rendita catastale rivalutata del 60%. Per il saldo con le aliquote vere bisognerà aspettare dicembre. E una cosa è certa. Visto che i comuni sono allo stremo dal punto di vista finanziario approveranno le percentuali più alte che arrivano al 10,6 per mille sulla seconda casa. Insomma se sotto l'ombrellone qualche soldo gli italiani se lo ritroveranno, a Natale la sobrietà finanziaria, che confina con la penuria, sarà la parola d'ordine. Il tutto senza dimenticare la lista di tasse e balzelli già scattati sui depositi finanziari, sulle pensioni e gli stipendi più alti. E poi quelle in pista per finanziare la riforma del lavoro. Dalle tasse sugli imbarchi aerei a quella sugli affitti. Resta sol il consiglio: cercare un paese dove l'aliquota sia massimo al 35%. E andarci di corsa.