Cade il tabù di Telecom Italia La rete fissa si può scorporare
Labanda larga per trasportare dati ha una funzione fondamentale per generare ricchezza. E in Italia non si riesce ancora a fare. Parte da questa premessa la possibilità finora sempre rinviata al mittente di scorporare la rete fissa dalla società Telecom Italia che ne ha sempre difeso gelosamente la proprietà e la gestione. Un'ipotesi che da ieri non è più un tabù per Telecom, anche se non è ancora il momento per imboccare la strada dello spin off (distacco societario). «Non ci sono le condizioni», ha spiegato Franco Bernabè, presidente esecutivo di Telecom, in un'intervista dalla quale emerge che lo scorporo non creerebbe valore e dunque per ora resta tra le analisi e gli studi di fattibilità sul tavolo dei manager. La Borsa però ha cavalcato le attese e spinto il titolo in rialzo di 2 punti percentuali, poi le azioni chiudono in calo dell'1,32% a 0,86 euro in un listino che ha perso il 2,4%. Per passare dalla teoria alla pratica bisognerebbe cambiare il contesto regolatorio che, nei giudizi di Bernabè, è ancora «pesante». «Non possiamo portare l'infrastruttura in aree a fallimento di mercato se non ci sono i sussidi previsti dalle regole europee», ha spiega il manager al Sole 24 Ore, che ha pubblicato il documento riservato dal titolo «Ipotesi di costituzione di un operatore di accesso wholesale su rete fissa (Opac)» in cui si descrivono tre possibili percorsi per arrivare allo spin off della rete. «In questo momento non vedo grandi benefici, non c'è beneficio dal separare due oggetti se resta tutto come prima, non c'è beneficio né per l'azienda né per il Paese» ha aggiunto anche l'a.d Marco Patuano. Peraltro ad oggi «manca inoltre l'interlocutore principale che è l'Authority, i cui organi verranno rinnovati a maggio», ricorda Bernabè. Sul fronte dell'eccesso di regole, a Bernabè risponde a stretto giro il presidente Agcom, Corrado Calabrò. «L'Agco non ha mai dettato regole oppressive, ma solo regole a favore della concorrenza, e questo anche nel caso delle regole per le reti di nuova generazione». Il documento che immagina la creazione della società Ti Opac resta per ora, lo conferma anche Patuano, «un'analisi interna di scenari strategici. Non è un piano operativo». Nello studio vengono individuati tre possibili percorsi: conferimento del ramo di azienda in una società controllata, scissione proporzionale, o infine cessione del ramo d'azienda. Tra i partner che sarebbero stati sondati, la Cdp e Metroweb. «Nel caso in questione l'obiettivo che si potrebbe raggiungere sarebbe duplice, da un lato la cessione porterebbe 4 miliardi di euro dall'altra darebbe un'accelerazione al processo di switch off dal rame». Intanto ieri Telecom e Microsoft Italia hanno siglato un accordo che prevede la creazione di un canale commerciale congiunto all'interno della rete di Impresa Semplicè per offrire soluzioni di cloud computing.