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Stangata Imu: acconto con aliquote base

Imu, salasso per le famiglie

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L'acconto di giugno dell'Imu si pagherà con «le aliquote di base e la detrazione» già fissata per la prima abitazione. Lo prevede un emendamento dei relatori al dl fiscale depositato ieri in serata alle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato dopo un serrato pressing dei Caf sul governo. Un escamotage per tamponare il caos determinato dal fatto che ancora pochi Comuni hanno definito le aliquote della nuova imposta sugli immobili e si avvicina la scadenza del 18 giugno per il pagamento della prima rata. «Per l'anno 2012 il pagamento della prima rata dell'imposta municipale - si legge nell'emendamento - è effettuato, senza applicazione di sanzioni ed interessi, in misura pari al 50% dell'importo ottenuto applicando le aliquote di base e la detrazione previste». La seconda rata «è versata a saldo dell'imposta complessivamente dovuta per l'intero anno con conguaglio sulla prima rata». Entro il 31 luglio 2012 il governo provvederà «sulla base del gettito della prima rata» dell'Imu «alla modifica delle aliquote» e «della detrazione», per assicurare il gettito previsto. Poi i Comuni avranno tempo fino al «30 settembre 2012, sulla base dei dati aggiornati», per deliberare il loro regolamento relativo alle aliquote. La soluzione è arrivata in serata dopo che per tutta la giornata i Caf, i Centri di assistenza fiscale, avevano sollecitato il governo a intervenire con urgenza sul tema. I Caf in questi giorni sono stati presi d'assalto per avere informazioni. Ma il problema non è solo quello tecnico di dare risposte, ma anche quello legato alla duplicazione di file e pratiche come sostenuto dalla Consulta nazionale dei Caf. L'acconto Imu coincide anche con l'appuntamento con le dichiarazioni dei redditi. «Il sistema dei Caf - spiega Valeriano Canepari, presidente Caf Cisl e coordinatore consulta Caf - ad oggi ha assistito circa un milione di contribuenti per fare il modello 730. Oltre l'80% di queste persone deve pagare l'Imu. Il numero dei modelli 730 che il Caf gestisce ogni anno si colloca attorno a 17 milioni. Vedendo le proporzioni sono 14 milioni circa le persone che chiederanno assistenza all'Imu perchè è un'imposta nuova che modifica quella precedente e che soprattutto obbliga tutti a pagare qualcosa di più di prima». «Noi - sottolinea - vorremmo fare la dichiarazione dei redditi e contemporaneamente il calcolo dell'Imu. Però il calcolo non riusciamo a farlo perchè non sappiamo quali aliquote prendere in considerazione, anche perchè i Comuni possono modificarle, sembrerebbe fino al 30 settembre». Canepari aveva scritto una lettera al ministero dell'Economia sollecitando una soluzione. I Caf lamentano anche la mancanza di personale stagionale per sbrigare la gran mole di lavoro. L'ultima legge di stabilità ha tagliato il 25% dei compensi che il ministero delle Finanze dà ai Caf per le dichiarazioni dei redditi presentate. Mentre si stanno discutendo le modalità di pagamento dell'Imu, molti Sindaci stanno ritoccando le aliquote al rialzo. Aumenti che generalmente riguardano le seconde abitazioni, ma che in molti Comuni non risparmiano la prima casa. Infatti, già oggi, 7 Comuni capoluogo hanno ritoccato l'aliquota sia per l'abitazione principale che per le seconde case (Roma, Cuneo, Parma, Forlì, Ravenna, Reggio Emilia, Salerno). Secondo uno studio della Uil, a Roma, con l'aliquota del 5 per mille sulla prima casa, si pagherà mediamente 639 euro per famiglia. Il sindaco della Capitale, Gianno Alemanno, rimarca che a Roma le aliquote «non sono state aumentate al massimo ma ci siamo tenuti il più bassi possibile». Il problema è poi che il Campidoglio «fa solo da esattore delle imposte, tutti i soldi vanno al governo».

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