Crolla il mercato dell'auto: -26,7%
Sergio Marchionne forse sperava che a Mario Monti potesse riuscire anche questo miracolo. Invece il "pellegrinaggio" in Panda rossa a Palazzo Chigi, effettuato assieme a John Elkan due settimane or sono, non è bastato. L'ad di Fiat aveva già messo le mani avanti qualche giorno fa: «Marzo è stato orribile, il calo dei volumi di auto in Italia si aggira intorno al 40% e non è colpa solo delle bisarche». Ieri è arrivata la conferma. Nel mese scorso la Motorizzazione ha immatricolato 138.137 autovetture facendo segnare un -26,72% rispetto allo stesso periodo del 2011. In calo, anche se per una percentuale minore, pure i trasferimenti di proprietà di auto usate che passano, in un anno, da 426.972 a 391.863 (-8,22%). Nel trimestre gennaio-marzo la flessione è stata di -20,95% per le auto nuove (che rappresentano il 26,06% del mercato) e di -9,94% per le usate. Un vero e proprio tonfo che colpisce indistintamente tutte le case automobilistiche. Anche se il dato che subito balza all'occhio è ovviamente quello del marchio Fiat che con 24.900 vetture immatricolate resta prima azienda in Italia registrando comunque un -36% rispetto al marzo 2011. Si tratta, come spiega una nota del gruppo, del «peggior marzo degli ultimi 32 anni». A differenza di Marchionne, però, Fiat Group Automobilies, sottolineando di aver mantenuto una quota di mercato del 26%, spiega che «i risultati sono stati condizionati dal lungo fermo nazionale dei bisarchisti». Le vetture più vendute sono state Panda e Punto, conferme tra le top ten per Lancia Ypsilon e Alfa Romeo Giulietta, mentre la Freemont si piazza «al vertice della sua categoria con il 21% di quota». Ma il crollo di Fiat non è limitato solo al nostro Paese. In Francia a fronte di un calo complessivo del 23% il gruppo ha fatto registrare -26,5% (Fiat -30,4%, Alfa Romeo -28%). Diversa la situazione in Spagna dove le immatricolazioni hanno subito una flessione del 4,5% e il Lingotto è in crescita: +3,1% per Fiat, +121,5 per Lancia, +25% per Jeep. Tornando invece all'Italia va sottolineato, come curiosità, il +10,66% della Porsche che, pur detenendo una quota di mercato marginale (0,26%), nel marzo 2012 può contare su 34 vetture immatricolate in più. Tra i marchi salgono anche le vendite di Dacia (+24,32%), Hyundai (+11,51%), Kia (26,92%), Land Rover (+60,55%), Subaru (+1,32%). Commenti disastrosi dalle associazioni di categoria. Per Jacques Bousquet, presidente dell'Associazione delle case automobilistiche estere in Italia (Unrae), il risultato è il frutto di un «mix letale» (crisi, costo del carburante, Rc auto, bisarche ecc.) e «sarà molto difficile recuperare nei prossimi mesi senza interventi strutturali di sostegno» al settore. Duro anche il presidente di Federauto Filippo Pavan Bernacchi: «In Italia stiamo vivendo il momento più tragico da quando è stata inventanta l'automobile e nessuno muove un dito». Mentre il direttore generale dell'Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica) Guido Rossignoli non ha dubbi: «Mancano i presupposti per una ripresa delle vendite».