La "scintilla" che non scocca
La scintilla del futuro non riesce ad accendere l'immaginazione italiana, né tantomeno quella di un governo alle prese con problemi di tutt'altra portata. Ma la scelta di non incentivare le soluzioni per una mobilità alternativa, non è miope solo per quanto riguarda l'inquinamento, ma anche dal punto di vista della produzione industriale. Al momento in Italia non esiste un vero e proprio incentivo statale, ma gli «aiuti» alle soluzioni elettriche sono affidate a Regioni e Comuni. In Lombardia, tanto per fare un esempio, c'è un incentivo che può arrivare (ma varia da comune a comune) anche alla quota di diecimila euro: un aiuto sostanziale per chi avesse intenzione di passare a un'automobile elettrica. Già, perché il vero problema era e resta il costo esagerato di acquisto di un'autovettura che viaggia mediamente attorno a quasi il doppio del listino di una versione con alimentazione tradizionale. Ne è il più recente esempio la Nissan Leaf: si tratta di un'auto da famiglia segmento C (una Golf tanto per rendere l'idea), cinque porte con tutte le comodità e gli accessori del caso, che costa però la cifra incredibile di 38.500 euro. Troppo anche per l'ultimo ritrovato della tecnologia. Ma quella Nissan non è una eccezione, piuttosto la media di automobili che per tecnologia (soprattutto per quanto riguarda il comparto batterie: agli Ioni di Litio) ancora costosissima. Poi c'è il problema di come utilizzarla, visto che al momento chi non possiede un garage dovrebbe alimentarla con le «impossibili» colonnine sparse nelle città: troppo poche e troppo spesso utilizzate come parcheggio dalle automobili comuni. Non è un caso se i numeri diffusi da Unrae riguardanti le vendite dell'ultimo mese del 2011 parlano di immatricolazioni elettriche col contagocce: 302 unità, 17 nel mese di dicembre paradossalmente in calo rispetto a novembre (18). Insomma numeri ridicoli che dimostrano come l'Italia non sia ancora pronta né dal punto legislativo, né tantomeno da quello del consumo per quelle vetture che potrebbero invece risolvere radicalmente l'inquinamento dei grandi centri urbani. Già, perché l'auto elettrica al momento è concepibile solo per chi percorre pochi chilometri durante la giornata: praticamente la maggior parte degli automobilisti di una città come Roma. In questo senso vanno i consensi che sta ricevendo la piccola Smart: non costa molto e ha un'autonomia sufficiente per muoversi liberamente in città. Costa 15.900 euro con la batteria a noleggio, o 19.900 con la batteria di proprietà: tutto più iva ovviamente. Più fertile invece il pianeta «ibrido», quello cioè che comprende tutte quelle automobili che abbinano un motore elettrico a quello tradizionale: che sia benzina o diesel. Qui i numeri dicono che l'automobilista italiano ha recepito il messaggio e, anche per l'offerta prosperosa ormai in tutti o quasi i segmenti, si può iniziare a parlare di un trend in crescita. I numeri non sono ancora tali da potersi definire un mercato vero e proprio: si tratta di 5.127 immatricolazioni ma c'è chi scommette che nel 2012 questa cifra potrà essere «doppiata».