Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Bolletta più salata per elettricità e gas

default_image

  • a
  • a
  • a

Stangata in arrivo sulle bollette di luce e gas. Da lunedì le tariffe del metano aumenteranno dell'1,8%, per un aggravio di 22 euro per una famiglia tipo. Più salato il conto per l'energia elettrica che salirà del 5,8%, con una maggiore spesa annua di 27 euro. Sono le decisioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas. Che è stata particolarmente soft nel dosare la bastonata sui portafogli degli italiani già vessati da addizionali Irpef comunali e regionali, e da ratei da risparmiare per il conto di giugno dell'Imu sulla casa. Così un ulteriore aumento del 4% delle bollette è stato rinviato a maggio. «Sospeso» dunque per ora dall'Autorità perché legato agli incentivi per l'energia prodotta con fonti rinnovabili che pesano come macigni sulle bollette elettriche. L'obiettivo, come ha dichiarato il presidente Guido Bortoni, è quello di dare un «segnale chiaro e concreto» alla politica, perché intervenga su un sistema di incentivazione che, con un peso pari a oltre 10,5 miliardi nel 2012, non è evidentemente sopportabile per le famiglie e per le imprese. L'invito dell'Aeeg è arrivato proprio in concomitanza con la messa a punto del decreto sul fotovoltaico nel quale, ha preannunciato il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, c'è la volontà di correggere le «storture» del settore. Tornando agli aumenti che scattano da lunedì, l'aumento del 5,8% per la luce deriva sostanzialmente dagli incrementi del petrolio, dai maggiori costi per il mantenimento in equilibrio del sistema e dall'andamento della borsa elettrica sia per effetto dell'emergenza freddo di febbraio sia in una visione prospettica. Il petrolio è infatti cresciuto dell'8,5% solo nell'ultimo trimestre e del 37,5% rispetto alla fine del 2010, mentre il contestuale deprezzamento dell'euro ha spinto i prezzi a picchi storici finora mai raggiunti (97,74 il 13 marzo). Anche l'esigenza di interventi urgenti per la sicurezza del sistema elettrico in presenza di una crescita esponenziale della generazione da fonti non programmabili e intermittenti, in particolare il fotovoltaico, rappresenta il 40% circa dell'aumento del 5,8%. L'Autorità è comunque già intervenuta e sta lavorando ad ulteriori misure per far sì che i maggiori oneri dei servizi per assicurare l'equilibrio del sistema elettrico vengano in parte sostenuti dai produttori e non integralmente trasferiti alla collettività dei consumatori. Per il gas, l'aumento della materia prima, i cui prezzi sono ancora legati alle quotazioni del petrolio e la crescita degli oneri di distribuzione avrebbero comportato un aumento dei prezzi del 2,2%. Tuttavia, l'Autorità ha potuto contenere l'incremento all'1,8% per effetto del nuovo metodo di aggiornamento che tiene conto anche del decreto «cresci-Italia», che include fra i parametri utilizzati per determinare i corrispettivi a copertura dei costi della materia prima, il riferimento a una quota gradualmente crescente ai prezzi che si formano sui mercati europei. Nell'incremento sono compresi gli incentivi per la promozione dell'efficienza energetica che, dallo scorso anno, vengono sostenuti attraverso le bollette del gas. Per sostenere le famiglie in condizioni di disagio economico e i malati gravi che necessitano di apparecchiature elettriche salva-vita, ha ricordato inoltre l'Autorità, da quest'anno è stato incrementato l'importo dei bonus a riduzione della spesa per l'energia elettrica e per il gas. In particolare, nel 2012, il bonus elettrico è aumentato del 12% per un importo annuo pari ad un minimo di 63 ad un massimo di 139 euro (155 euro per i malati gravi) e, per il gas, l'incremento è del 20% portando il bonus a un valore compreso fra i 35 e i 318 euro. Le reazioni non si sono fatte attendere. Federconsumatori ha parlato di «altro colpo micidiale per la famiglie». Mentre la revisione del sistema degli incentivi è stato chiesto anche l'Enel, secondo cui, come ha rilevato il presidente Colombo, «lo sviluppo delle rinnovabili, unito alla stagnazione della domanda, sta rendendo difficile la copertura dei costi di produzione degli impianti convenzionali, mettendone a rischio la possibilità di rimanere in esercizio».

Dai blog