Tornano Irpef e Imu: ecco il conto Capitale
L'aumento dello 0,33% dell'addizionale regionale IRPEF, già applicabile sui redditi 2011 e dunque ora da conguagliare in busta paga, è solo l'inizio. L'IMU, ovvero la nuova ICI, e i rincari sull'Iva sono in agguato e presto morderanno i già magri bilanci delle famiglie italiane. Il centro di studi tributari Eutekne ci ha aiutato a calcolare alcune simulazioni su Roma. Qualche esempio? Prendiamo una famiglia senza figli conviventi under 26 e solo l'immobile di abitazione con rendita di 500 euro (ovvero una casa media): l'ICI nel 2011 pesava zero, l'IMU quest'anno costerà ben 220 euro che scende a 170 euro se c'è un figlio e a 120 con due. Per un nucleo familiare senza figli conviventi under 26 ma proprietario di una casa signorile da 1.000 euro di rendita l'IMU decolla a 640 euro (590 con un figlio e 540 con due). Il peso cambia, e parecchio, per chi non ha in casa figli under 26 ma possiede anche una seconda casa nel comune data in affitto con rendita di 500 euro: l'ICI 2011 era di 367 euro, l'IMU 2012 di 1.110. Che diventano rispettivamente 367 e 1530 se la prima casa è signorile con una rendita di 1000 euro e la seconda invece è un'abitazione media da 500 euro. Il picco si raggiunge per una famiglia senza figli conviventi under 26 e immobile di abitazione+seconda e terza casa nel comune data in affitto la prima con rendita di 1.000 euro (casa signorile) e la seconda e la terza con rendita di 500 euro (casa media): se l'anno scorso ha pagato 735 euro di ICI, quest'anno dalle tasche ne usciranno quasi 2.500 di IMU. I risultati dei calcoli di Eutekne dimostrano che l'aumento della tassazione è a dir poco esorbitante se soltanto si possiedono, oltre all'abitazione, anche un paio di altre unità immobiliari date in locazione. Anche per una famiglia che ha solo la casa di abitazione, il salto è notevole. Per chi ha una casa con rendita catastale di 500 euro (un appartamento assolutamente medio e per nulla pretenzioso) si passa da zero a 220 euro se non si hanno figli e si scende di 50 euro per ogni figlio under 26. Se poi la casa è un po' più importante (e non parliamo di villoni galattici, solo di appartamenti più signorili in zone di pregio) e la rendita sale a 1.000 euro, anche chi ha solo la casa di abitazione deve rassegnarsi a passare da ICI zero a 640 euro di IMU. Ecco perché fa quasi sorridere il tam tam sull'addizionale IRPEF: l'IMU pesa molto, ma molto di più in terminidi aggravio della tassazione a parità di condizioni tra 2011 e 2012. Tradotto: una maggiore tassazione di chi possiede due o tre immobili oltre alla casa dove vive sarebbe stato un provvedimento assolutamente giusto e opportuno, se finalizzato a ridurre la tassazione sui redditi di lavoro. Qui però non si è spostato, si è stratificato e basta. E allora tutto cambia. Il ceto medio continua ad essere soggetto sui suoi redditi di lavoro a un prelievo IRPEF molto elevato e vede al contempo introdurre una vera e propria patrimoniale. In più a fine anno si completa il quadro con la tassazione dei consumi con l'aumento dell'IVA. «A livello nazionale, per chi ha un lordo di 1.200 euro mensili, - spiega Enrico Zanetti, direttore del centro studi Eutekne - l'addizionale IRPEF comporta un aggravio su base annua di circa 50 euro e di un alleggerimento del netto in busta di circa 5 euro al mese. Senza dubbio molto sgradevole per chi deve contare ogni euro, ma, se fossero questi gli aumenti di imposizione con i quali il governo e la maggioranza hanno sino ad oggi salvato lo status quo dello Stato italiano, ci sarebbe da fare festa. L'aumento dell'addizionale regionale all'IRPEF vale, complessivamente, poco meno di 2 miliardi di euro. Sciocchezze, rispetto alla sottrazione di risorse pro casse dello Stato che determina il feroce inasprimento delle accise varato dai medesimi: 5,7 miliardi di euro che già hanno cominciato a farsi sentire, in primis sul prezzo dei carburanti». La vera botta si avrà però soltanto a partire da giugno, quando dalle tasche dei cittadini cominceranno ad affluire gli 11 miliardi all'anno di gettito aggiuntivo garantito dall'IMU. Ci vorrà un attimo a rendersi conto, anche per famiglie assolutamente normali, di doversi confrontare con le migliaia di euro piuttosto che con le centinaia. Dopodiché, a partire dall'1 ottobre, l'aumento di due punti percentuali dell'IVA: altri 3,3 miliardi di euro di prelievo sul 2012, da moltiplicare per quattro nel 2013 (quando l'aumento sarà a regime per tutto l'anno) e da aumentare fino a 16,4 miliardi a decorrere dal 2014, quando dovrebbe scattare l'ulteriore mezzo punto di aumento. In totale, fanno 21 miliardi di euro in meno per il Paese e in più per lo Stato nel 2012, 31 nel 2013 e 34 dal 2014. «Ecco perché, se i 2 miliardi scarsi dell'addizionale IRPEF ci spaventano a tal punto, vuole davvero dire che, nonostante i ripetuti allarmi lanciati sin dallo scorso dicembre da chi guarda un po' più in la' di ciò che gli stanno per prelevare dalle tasche il giorno dopo, vi è ancora una scarsissima comprensione della dimensione del problema», aggiunge Zanetti. Il verdetto rischia di essere impietoso non solo per le buste paga dei romani e di tutti gli italiani. Ma anche per la ripresa del Paese: i mercati hanno infatti ritenuto credibile il governo Monti perché ha messo in agenda sacrifici chiari, precisi ed ineludibili, a meno di cambiare veramente e in profondità lo Stato, ma davano per scontato che di lì alla fine dell'anno questo si sarebbe fatto».