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L'Imu cambia il mattone italiano

Un edile a lavoro

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Cambia il mercato immobiliare italiano. Tra Imu, imposta municipale che prende principalmente di mira il mattone, nuove norme sulla trasparenza dei movimenti bancari ed extracosti per rispettare nuove disposizioni ad esempio quelle per il risparmio energetici, il grande amore per il mattone rischia di raffreddarsi. L'ultimo a lanciare un allarme sugli effetti dirompenti della nuova tassa sulla proprietà immobiliare è stato il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani. L'Imu sulle seconde case, infatti, che può raggiungere il 10,6 per mille del valore catastale, rischia di far saltare completamente il mercato degli affitti. «Gran parte delle seconde e terze case, sulle quali pesa un aggravio impositivo dell'Imu in alcuni casi del 3.000 per mille, sono case destinate alla locazione» ha detto Sforza Fogliani. Questo perché una tassazione troppo elevata cambia di fatto i parametri della redditività nell'immobiliare. Per rientrare dell'investimento nel mattone, con un socio occulto come lo Stato così esoso, i proprietari o dovranno chiedere affitti elevatissimi, difficili da sostenere per una domanda che resta fiacca, oppure il gioco non varrà più la candela. Ovvero i prezzi di locazione dovranno necessariamente scendere, non garantiranno più un ritorno dell'investimento e chi ha in portafoglio immobili resterà con il cerino in mano. Morale: chi compra casa oggi lo fa per abitarla, ma prima di mettere quote di risparmio sul mattone dovrà fare bene i conti. Insomma il ritorno dell'Ici, travestita dalla più pesante Imu, avranno come effetto quello di cambiare strutturalmente uno dei primi mercati dell'azienda Italia. Iconti non sono ancora chiari. La variabile che rischia di trasformare la tassa in un'autentica mazzata è la decisione dei Comuni. Per l'abitazione principale infatti l'aliquota minima è il 4 per mille. In sintesi 4 euro ogni mille di valore catastale. Ma può arrivare al 6 per mille se il Comune decide. Con uno sconto, se l'abitazione è quella principale, di 200 euro a cui si aggiungono 50 euro per ogni figlio a carico fino a 26 anni (fino a un massimo di 200 euro). Fin qui per piccoli appartamenti l'Imu coinciderà con i valori dell'Ici. La batosta arriva per le seconde case. Che si rivelano i veri indicatori di ricchezza. L'aliquota minima è del 7,6 per mille ma si può arrivare con la sete di cassa dei municipi fino al 10,6 per mille. Valori che vanno applicati, in attesa di una generale revisione del catasto e dell'uso dei metri quadri, al valore catastale rivalutato del 60%. La manovra Monti dunque cambia i connotati del mercato immobiliare. Che, recessione a parte, si trova di fronte a una radicale trasformazione. Il tradizionale rifugio nel mattone del risparmio italiano rischia di essere meno sicuro. Da non sottovalutare poi che i prezzi delle abitazioni hanno resistito negli anni di crisi perché il settore intercettava una buona parte di sommerso. Le norme del Salva Italia che hanno reso più difficile le movimentazioni in contanti anche di grosse somme, introducendo la tracciabilità, toglie un grosso flusso di denaro all'immobiliare. Cambia tutto. Non in peggio. Ma il nuovo equilibrio è ancora da trovare.

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