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Salgono i costi In 2 mesi consumi giù del 20%

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Sitratta di prezzi sempre meno sostenibili per le famiglie italiane alle prese con la crisi e infatti i consumi, nei primi due mesi dell'anno, crollano del 10% mentre la spesa continua ad aumentare (+11%). A fare il pieno è il fisco, che con Iva e accise incassa a gennaio e febbraio il 20% in più rispetto allo stesso periodo del 2011. L'aggiornamento quotidiano dei listini ha assegnato ieri alla rete Shell la palma dei distributori più cari: con un aumento di 0,5 centesimi al litro, infatti, la verde del marchio della conchiglia è arrivata al nuovo record di 1,880 euro al litro, mentre il diesel viaggia a 1,785 euro al litro. Con prezzi a questo livello è evidente che gli italiani cercano soluzioni alternative per muoversi, riscoprono i mezzi pubblici e tirano fuori le biciclette dalle cantine. A dimostrarlo sono i consumi: secondo le rilevazioni dell'Unione petrolifera e del ministero dello Sviluppo economico, nei primi due mesi dell'anno la contrazione di benzina e gasolio è stata del 9,6%. La spesa, tuttavia, non accenna a diminuire, anzi: secondo calcoli del Centro Studi Promotor sempre nei primi due mesi è cresciuta dell'11,1%, superando i 10 miliardi di euro. A fare il pieno, oltre all'industria petrolifera, è stato dunque il fisco, con un carico di imposte di 5,5 miliardi, in crescita del 19,8% rispetto al 2011. Sec ondo la Faib Confesercenti «diventa sempre più necessario un doppio intervento del Governo finalizzato all'introduzione dell'accise mobile e della sterilizzazione dell'Iva da un lato e dall'altro all'accelerazione delle procedure per la realizzazione del mercato all'ingrosso previsto dal recente decreto sulle liberalizzazioni per bloccare la speculazione».Lo scenario è ovviamente condizionato dal prezzo del petrolio: il Wti è stabilmente sopra quota 100 dollari e il Brent si aggira sui 125. E proprio per far scendere i prezzi, Usa e Regno Unito sarebbero pronte a immettere le proprie scorte sul mercato petrolifero con un'azione bilaterale, anche se è arrivata la smentita dalla Casa Bianca. Non solo: il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è intervenuto contro la stangata alla pompa, definendo «inaccettabili» le agevolazioni di cui godono le società petrolifere: «È ora di farla finita e di abolire i vecchi sussidi», ha detto.

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