Snam investirà 6,7 miliardi nei prossimi 4 anni
Ilgruppo, poi, può contare su una capacità di indebitamento per 1 miliardo di euro per eventuali acquisizioni senza modificare l'attuale profilo di rischio che vede il rapporto tra debito ed attività regolata (Rab) al 50%. Una strada che non esclude un possibile aumento di capitale, come ha spiegato il direttore finanziario Antonio Paccioretti. «Non abbiamo prelusioni», ha detto, anche se «non sono state prese decisioni di nessun tipo», dato che allo studio c'è un possibile ricorso a bond che, dopo l'ottenimento del rating previsto «entro l'estate», potrebbe essere allargato anche ai piccoli investitori. Il piano prevede in Italia un incremento della capacità di trasporto, con 1.000 km di rete in più sui 32.000 km del 2011 e della potenza installata nelle centrali di compressione (+4%), oltre ad un aumento della capacità di stoccaggio (da 10 a 13 miliardi di metri cubi). Al 2015 il Paese sarà poi un vero e proprio «hub del gas», grazie agli investimenti internazionali e all'alleanza siglata lo scorso febbraio con Fluxys. I «flussi di gas bidirezionali» previsti dal piano faranno di Snam «uno dei principali operatori infrastrutturali integrati a livello europeo - ha aggiunto Malacarne - in linea con gli sviluppi legislativi, della regolazione e con le aspettative degli stakeholder del sistema». Ma non è tutto. Dopo il 2015 il gruppo prevede di spendere in Italia altri 5 miliardi, dal Nordest, con l'espansione del punto di ingresso di Tarvisio, per circa 10 miliardi di metri cubi di capacità, al Sud, con 8 miliardi di metri cubi aggiuntivi di capacità. È previsto l'inserimento del progetto Galsi.A piano ultimato è previsto anche uno sviluppo della distribuzione, con un incremento sul 2011 dell'8% a circa 6,4 milioni di contatori attivi. È intanto confermata la partecipazione tramite Italgas alla gara da 850 milioni per aggiudicarsi la concessione di Romana Gas, in scadenza il prossimo 23 marzo, per la quale Malacarne non prevede di avere «molti concorrenti». Invariata invece la politica dei dividendi, con la conferma dell'interim e con la cedola 2012 in crescita del 4% rispetto a 0,24 euro del 2011.