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Fisco a rischio privacy e onesti supertassati

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Le tasse potrebbero superare il 45%, «un livello che ha pochi confronti nel mondo». Il «pronostico» è del presidente della Corte dei conti Luigi Giampaolino, ieri in audizione a Montecitorio, che ha anche precisato che «il nostro sistema è disegnato in modo da far gravare un carico sui contribuenti fedeli eccessivo». Per crescere resta solo «una redistribuzione del carico impositivo» ha aggiunto, sottolineando che la distribuzione del prelievo «penalizza i fattori produttivi rispetto alla tassazione dei consumi e dei patrimoni». Se la pressione fiscale dovesse realmente superare il 45% sarebbe un record. Finora, infatti, il livello più alto è stato registrato nel 1997: il 43,4%, quando il governo introdusse, una tantum, l'eurotassa per non perdere il treno verso la moneta unica. Se per ora l'Italia, con il 42,6%, è al sesto posto nella classifica dei «tartassati», superando il 45 arriverebbe al quarto posto. Oltre la Francia (44,5%) e l'Austria (43,7%). Davanti resterebbero la Danimarca (48,5%), il Belgio (46,4%) e la Svezia (46,3%). Il presidente della Corte dei conti lamenta che le manovre di aggiustamento 2011 «sulla spinta dell'emergenza» hanno operato «soprattutto sul lato dell'aumento della pressione fiscale piuttosto che, come sarebbe stato desiderabile, dal lato della riduzione della spesa». I magistrati contabili indicano il futuro: «Una volta attenuatesi le condizioni di emergenza» si arrivi a una «riduzione della pressione fiscale che aiuti il rilancio dell'economia ma non comprometta l'equilibrio di bilancio». Per questo è «necessario lavorare con tenacia e determinazione alla riduzione della spesa». La Banca d'Italia, ricorda il presidente della Corte dei conti, prevede che il calo dello spread a quota 200 determinerà un aumento di un punto della crescita del Pil. Questo «da solo sarebbe sufficiente a determinare entrate fiscali aggiuntive di importo pari a quelle attese dal previsto innalzamento di due punti dell'aliquota Iva ordinaria». Cioè risorse equivalenti a «quelle necessarie per aumentare di circa un quarto la spesa per investimenti fissi delle Pa». Inoltre se la crescita del Pil sarà dell'1% e il bilancio tornerà in pareggio, in vent'anni il debito pubblico scenderà al 65% del prodotto, raggiungendo gli obiettivi Ue. Dunque per crescere serve «una redistribuzione del carico impositivo». Nel mirino c'è anche l'evasione. «L'ampiezza delle dimensioni del fenomeno e la gravità delle distorsioni indotte dall'evasione rendono necessario ricercare ulteriori interventi necessari per un effettivo e duraturo miglioramento della tax compliance». Ovvero della propensione degli stessi cittadini «tartassati» a mettere ancora «fedelmente» mano al portafogli per pagare le tasse. Serve l'introduzione dell'onere del pagamento tracciato, anche al di sotto dell'attuale soglia di 1.000 euro, quale requisito di ammissibilità fiscale della spesa sia nell'ambito delle attività d'impresa e professionali, sia ai fini del riconoscimento di oneri deducibili e detraibili delle persone fisiche». Proteste arrivano dai partiti con Di Pietro (Idv) che incita il governo ad una vera lotta all'evasione mentre Capezzone (Pdl) boccia la «deriva oppressiva e illiberale del pur giusto contrasto all'evasione fiscale». Di fisco ha parlato ieri anche il presidente dell'Autorità Garante per la Privacy, Francesco Pizzetti, che ha tracciato al Senato un bilancio dei sette anni di mandato, che scadrà ad aprile. Le nuove norme sulla trasparenza amministrativa nei controlli fiscali rappresentano «strappi forti allo Stato di diritto», ha detto Pizzetti, prendendo di mira uno dei cavalli di battaglia del governo Monti, la lotta all'evasione fiscale. Sul tema caldo dei crescenti poteri dell'Agenzia delle Entrate e di Equitalia il Garante ha usato i toni più duri. «È proprio dello Stato non democratico pensare che i propri cittadini siano tutti possibili violatori delle leggi», ha detto Pizzetti, riferendosi alle norme che consentono di acquisire informazioni anche a prescindere dalle indagini e alla «spinta al controllo e all'acquisizione di informazioni sui comportamenti dei cittadini che cresce di giorno in giorno. È una fase di emergenza dalla quale uscire al più presto».

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