Asse Monti-Merkel per la crescita
«La fase più critica è stata superata ma non ci si può rilassare. Ora bisogna affrontare il problema della crescita e dell'occupazione». Mario Monti e Angela Merkel usano lo stesso linguaggio e si sorridono sotto le luci delle telecamere ostentando una cordialità reale più che da protocollo diplomatico. L'incontro di ieri a Palazzo Chigi, seguito da una cena al Quirinale con il presidente Napolitano, sancisce quell'asse italo-tedesco che fino a pochi mesi fa sembrava impensabile. Merkel riconosce all'Italia gli sforzi fatti sul fronte del risanamento dei conti (i «compiti a casa») anche se «l'Italia non ha ancora superato la crisi al cento per cento» e Monti assicura a Berlino che il Paese non intende mollare la presa ma andare avanti con le riforme. Perché «l'emergenza non è ancora superata». Tra Monti e Merkel l'intesa sembra a vasto raggio: dalla gestione della crisi, all'occupazione, alla crescita. Persino sulla Tobin tax. «Occorre che l'Unione europea entri in una fase nella quale presti attenzione all'occupazione, soprattutto quella giovanile» ha detto il premier. In termini concreti, la richiesta è al Parlamento affinché venga ratificato il fiscal compact, mentre in generale «si è deciso di cooperare strettamente su alcuni strumenti per la politica della crescita in particolare servizi, mobilità del lavoro, innovazione con lo scopo di tenere ferma la stabilità di bilancio, accentuare l'orientamento alla crescita e farlo in modo integrato». Il Cancelliere poi annuncia che di crescita economica e di occupazione si parlerà di nuovo a giugno ma in modo concreto per avviare delle azioni reali. Quanto ai compiti che l'Italia deve ancora fare Monti indica una serie di questioni che sono al centro del dibattito politico di queste ore. E tra queste c'è la giustizia. Monti ritiene «doveroso» occuparsi di giustizia e affrontare il nodo insieme ai leader dei partiti proprio «per un'esplorazione politica sulle concrete possibilità che il Parlamento approvi» le riforme. Il premier afferma che non ha intenzione di spostare la bussola dell'azione di governo che, assicura, «è tutta tesa, secondo il mandato ricevuto, a superare la crisi economica». Anche se, chiosa il premier rimarcando l'autonomia dell'esecutivo, «il mandato non è predeterminato» e quindi temi, come la giustizia o la Rai, possono essere affrontati. Anche perchè giustizia e crescita sono due temi che si tengono visto che, spiega Monti, «la giustizia è una delle molte determinanti della competitività dell'economia e per l'Ocse la corruzione falsa il gioco della concorrenza dei mercati». Monti scherza sull'ipotesi di andare alal guida dell'Eurogruppo. «Vi sembra - risponde ironico a un giornalista - che io possa assumere un altro incarico oltre a quello di presidente del Consiglio?» «Siamo convinti che non siamo ancora alla fine del cammino per rendere l'Europa competitiva» ha detto il Cancelliere. Posizioni convergenti pure sulla Tobin Tax, la tassazione sulle transazioni finanziarie. Le posizioni di Italia e Germania sulla Tobin Tax «coincidono» rileva Monti. E, ha ricordato il premier, già in occasione del primo incontro con il presidente francese Nicolas Sarkozy e la stessa Merkel a Strasburgo, aveva «segnalato che sul tema la posizione dell'Italia ha un cambiamento rispetto al passato». «L'Italia - ha detto Monti - ritiene che possa essere opportuno introdurre in questa fase storica finanziaria un'istituzione come questa tassazione che non avrà un effetto distorsivo se viene applicata a un buon numero di Paesi». Insomma c'è ancora molto da lavorare ma l'intesa tra Berlino e Roma sembra consolidata.