Conti correnti gratis, il governo li cancellerà
Il Governo "si riserva di intervenire sulla norma che prevede la gratuità dei conti correnti per i titolari di trattamenti pensionistici fino a 1.500 euro". Lo strumento da utilizzare, presumibilmente sarà un successivo provvedimento, "data la difficoltà di introdurre modifiche a quello in esame". Lo ha annunciato il sottosegretario al ministero dell'Economia, Gianfranco Polillo, secondo quanto emerge dai resoconti stenografici della riunione che si è tenuta ieri in commissione Bilancio. Il sottosegretario ha ricordato quindi che le disposizioni sono state introdotte nel corso dell'esame presso il Senato con il parere contrario del Governo. Una contrarietà dovuta, "più che a motivazioni di merito, a ragioni di metodo, in quanto, a suo avviso, sarebbe stata preferibile la convocazione di un tavolo tecnico tra i soggetti interessati, piuttosto che intervenire con legge". La norma, secondo Polillo, porrebbe anche "problemi di natura applicativa, non essendo espressamente prevista l'esclusione dei soggetti che percepiscono altri redditi tali da fare superare, magari largamente, la soglia dei 1.500 euro mensili«. Inoltre la misura introdotto comporta un "notevole danno per le banche, potrebbero causare un'ulteriore stretta creditizia che si riverbererebbe inevitabilmente sulle imprese e le famiglie". Quanto alla disposizione sulla riduzione delle commissioni interbancarie "si risolverebbe in una riduzione dei ricavi per le banche con effetti indiretti anche sul gettito fiscale". LA POSIZIONE DELL'ABI Per risolvere il nodo delle commissioni bancarie nel decreto liberalizzazioni «si intravedono delle possibili soluzioni», invece ha affermato il vicepresidente dell'Abi, Antonio Patuelli, dopo gli incontri fra l'associazione bancaria e i leader della maggioranza (Pdl, Pd e Udc). «Ci sono diverse soluzioni a breve - ha sottolineato - confidiamo nel dialogo tra Parlamento e Governo». «C'è sensibilità da parte delle forze politiche. Abbiamo trovato una sensibilità non solo per il caso in questione, ma anche la massima apertura a un dialogo più costruttivo».