Senza riforme niente "paccata di soldi"
La riforma del mercato del lavoro vede ancora distanti governo e sindacati. E se Elsa Fornero, ministro del Welfare, alza i toni, mettendo all'angolo le associazioni dei lavoratori, il centrosinistra alza le barricate. Due i nodi da sciogliere. Da un lato gli ammortizzatori sociali (la proposta dell'esecutivo prevede l'esclusione della mobilità dalla Cig). Dall'altro i licenziamenti con i relativi temi del reintegro o del pagamento alternativo di un'indennità (il famoso articolo 18). Elsa Fornero parla chiaro ai sindacati che chiedono di capire quante risorse ci saranno a disposizione per la riforma: «È chiaro che se c'è un accordo più avanzato mi impegno a trovare risorse più adeguate e fare in modo che questo meccanismo degli ammortizzatori sociali e questo mercato del lavoro funzionino abbastanza bene». In altre parole, benché il governo non abbia formalizzato la copertura finanziaria dei nuovi ammortizzatori sociali, «è chiaro che se uno comincia con il dire no perché dovremmo mettere lì una paccata di miliardi e poi dire: voi diteci di sì?». Parole che hanno immeditamente sollevato una bufera sia sul fronte sindacale che su quello politico. E, nonostante la Fornero abbia espresso la propria incredulità sul fatto che «il sindacato italiano non si dichiari d'accordo su una riforma che lavora per l'inclusione e l'universalità degli ammortizzatori sociali», la Cisl e la Cgil hanno replicato per le rime. Il primo è stato il segretario della Cisl Raffaele Bonanni che minaccia addirittura una rottura del tavolo delle trattative: «Il Governo deve stare attento. Io, che rappresento una linea sindacale molto responsabile, chiedo responsabilità anche agli altri, anche al Governo». Più duro il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni: «Vecchi, vecchissimi atteggiamenti di pressione per ottenere quello che si vuole. Come sempre il merito è e sarà dirimente». Un commento indirizzato soprattutto alla questione dei licenziamenti sulla quale il ministro del Lavoro ha detto che la riforma del mercato del lavoro per renderlo più inclusivo e dinamico dovrebbe prevedere «maggiore facilità di entrata e un po' più di facilità di uscita». Per la Fornero è quindi necessario «smantellare» le protezioni che si sono costituite «fino alla difesa dei privilegi». La linea è dettata. La Fornero cerca di imporre le condizioni per una chiara riforma del mondo del lavoro. Eppure, così facendo, si attira le ire di quella parte del centrosinistra più sensibile alle istanze dei lavoratori. Ecco quindi scendere in campo l'ex Ds Cesare Damiano, il presidente dei Verdi Angelo Bonelli e l'Idv Antonio Di Pietro che definisce «la battuta della Fornero talmente grossolana che non solo non fa ridere nessuno, ma offende in maniera pesante i lavoratori».