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Visco sulla crisi: lavorare di più

Il neogovernatore della Banca d'Italia Ignazio Visco

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L'Italia "è un paese anziano ed è necessario" che "si lavori di più, in più e più a lungo". Ne è convinto il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, secondo il quale il Paese "ha molti divari da recuperare". A cominciare da quelli di genere, che "vanno rimossi", ha spiegato il numero uno di Bankitalia, poiché dal lavoro delle donne può venire un contributo "potenzialmente rilevante" per la crescita. Senza dimenticare che il "migliore funzionamento del mercato del lavoro" si consegue "accompagnando" e non "resistendo" al cambiamento. Come ha spiegato Visco, "un migliore funzionamento del mercato del lavoro, con la capacità di accompagnare e non con la volontà di resistere al cambiamento, nelle tecnologie, nelle produzioni, nell'apertura dei mercati, nell'organizzazione delle imprese, va di pari passo con mutamenti profondi nella struttura produttiva". L'Italia, infatti, sta compiendo "uno sforzo impegnativo sul piano della stabilità finanziaria; ad esso non può non accompagnarsi quello altrettanto essenziale sul fronte delle riforme strutturali", ha sottolineato il governatore della Banca d'Italia, ricordando l'obiettivo, condiviso a livello europeo, di "creare un'economia in grado di crescere più velocemente e in modo duraturo e di generare elevati livelli di occupazione e progresso sociale', una crescita cioè, "intelligente", sostenibile, inclusiva". Da qui, la necessità di rimuovere i fattori alla base di una bassa occupazione, anche se questo comporta andare contro "rendite di posizione o interessi particolari". "Bisogna avere la consapevolezza però - ha aggiunto il governatore della Banca d'Italia - che ne va del nostro futuro". "Occorre quindi ricercare le ragioni, e rimuoverle, per le quali è così bassa l'occupazione in parti importanti del nostro territorio, tra i giovani, tra le donne", ha affermato il numero uno di Bankitalia, ricordando che "nel Mezzogiorno il tasso di occupazione è pari al 44% della popolazione tra 15 e 64 anni: vi è occupato meno di un giovane su quattro e solo 3 donne su 10. Nel centro-nord, dove il tasso di occupazione femminile è più elevato (55%)", mentre "oltre 2 milioni di giovani oggi nel nostro Paese, non studiano, non lavorano e di essi 1,2 milioni sono donne". E proprio lunedì prossimo alle 16 ci sara un nuovo round governo-parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro. "Lunedì si parlerà di ammortizzatori sociali e noi stiamo chiedendo che per ancora 5 anni restino quelli attuali per affrontare la crisi e le sue conseguenze", ha spiegato il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, si è detto fiducioso in una chiusura della trattativa entro marzo a patto che "il governo abbia i piedi ben piantati a terra e le parti sociali abbiano intenzione di collaborare".

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