Terna archivia il 2011 con ricavi in crescita
Idati consolidati esaminati dal consiglio d'amministrazione evidenziano un incremento dei ricavi pari al 2,6% a oltre 1.630 milioni di euro e un ebitda superiore a 1.220 milioni (+4%). Il Gruppo nonostante la crisi economica, non ha trascurato gli investimenti che sono cresciuti del 5% a 1,22 miliardi. «I risultati del 2011 - ha spiegato l'amministratore delegato Flavio Cattaneo - confermano la forza industriale della società e la sua solidità finanziaria, quindi guardiamo con fiducia al futuro». L'ad ha sottolineato che «anche in una fase congiunturale non facile Terna ha continuato ad essere volano di sviluppo accelerando ancora sugli investimenti che rendono il sistema più sicuro ed efficiente, generando lavoro e occupazione». Nelle prossime settimane verranno illustrate le nuove strategie industriali che porteranno «opportunità di crescita ulteriore». Tornando ai conti, l'Ebitda margin si porta a circa il 75%, con una crescita di un punto percentuale rispetto al 2010. Gli investimenti riferibili alle attività tradizionali raggiungono i 1.219,8 milioni di euro, in crescita del 5% rispetto all'esercizio precedente, di cui circa 929 milioni relativi a interventi di sviluppo. L'indebitamento finanziario netto è pari a 5.123,1 milioni di euro, in aumento rispetto ai 4.722,4 milioni di indebitamento finanziario netto effettivo delle attività continuative di fine 2010. Intanto l'amministratore delegato di Snam, Carlo Malacarne, torna sulla questione della fusione tra Terna e Snam. «Questa operazione per creare la rete italiana dell'energia, non mi convince perchè non c'è nessuna sinergia e non ha nemmeno un raziocinio industriale» afferma Malacarne. «Del resto - ha continuato Malacarne - non esistono esempi di successo di un'aggregazione di questo genere in Europa. Infatti l'attività, anche con i clienti, tra noi e Terna è molto differente ed è difficilmente paragonabile perchè l'energia elettrica viene prodotta nei siti decisi mentre il gas viene trasportato da dove c'è e la produzione locale è minoritaria». Anche il Pdl, nei giorni scorsi si era detto contrario alal fusione. «Non possiamo che esprimere soddisfazione per la pubblica smentita del ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera circa l'ipotesi di fusione» ha detto il deputato del Pdl Alessandro Pagano, componente della Commissione finanze della Camera. «Il risultato di tale operazione, - prosegue il parlamentare - lungi dal realizzare una reale ottimizzazione della rete elettrica e del trasporto del gas a beneficio dei consumatori nonché delle stesse Snam e Terna, si risolverebbe unicamente in un favore per banche d'affari e advisor».