Greci di nuovo in piazza. Domani l'Eurogruppo
Alla vigilia della riunione dell'Eurogruppo, chiamato a decidere sul trasferimento di 130 miliardi alla Grecia, circa 1.500 persone sono tornate a protestare in piazza Syntagma ad Atene. La manifestazione si è formata nel pomeriggio nello stesso luogo che una settimana fa vide comuni cittadini e black bloc sostenersi a vicenda negli scontri con la polizia, che aveva caricato una manifestazione inizialmente pacifica. "Povertà e fame non hanno nazionalità", si legge su uno degli striscioni dei dimostranti che si sono fermati fuori dal Parlamento. "Ciascuno di noi", spiega il tassista Gregoris Militis, 52 anni, "dovrebbe scendere in piazza. A chiamare alla protesta sono stati, congiuntamente, i sindacati del settore pubblico e di quello privato, per i quali le richieste della troika restano "inaccettabili", poiché violano gli accordi collettivi e i diritti dei lavoratori. PAPADEMOS GIÀ A BRUXELLES Il premier greco Lucas Papademos è arrivato oggi a Bruxelles per "contatti" in vista della riunione dell'Eurogruppo di domani sera, che dovrebbe dare il via libero definitivo al secondo pacchetto di aiuti ad Atene. Non è escluso che il premier si fermi a Bruxelles anche per partecipare all'Eurogruppo, insieme al ministro greco delle finanze Evangelos Venizelos. IL PRESTITO NON BASTA Gli alti funzionari del tesoro dei 17 paesi della zona euro sono già al lavoro a Bruxelles per superare gli ultimi ostacoli ad un accordo sul nuovo prestito alla Grecia per 130 miliardi di euro. Uno dei problemi ancora aperti sarebbe proprio l'ammontare dell'aiuto pubblico. I 130 miliardi fissati non sarebbero sufficienti per aiutare la Grecia a raggiungere il target del 120% debito/pil nel 2020 dal 160% di oggi, come previsto. Probabilmente sarà necessario prevedere almeno altri 5 miliardi e portare il nuovo pacchetto a 135 miliardi di euro. I tecnici devono anche studiare le modalità per l'istituzione e la sorveglianza di un fondo bloccato - chiesto da Germania e Francia - sul quale versare una parte dei fondi prestati alla Grecia, che dovrà servire prioritariamente a rimborsare una parte del debito pubblico. Il governo greco avrebbe accolto questa richiesta, ma restano da definirne i dettagli. I GRECI VOGLIONO RESTARE IN UE Un sondaggio del quotidiano greco Ethnos ha rilevato che i greci voglio restare nell'Ue e, notizia ancora più sorprendente, non desiderano tornare alla dracma. Nonostante le richieste pressanti della troika ad Atene, i cittadini della penisola non sembrano aver maturato odio contro Bruxelles. Il 76% di loro vede ancora una prospettiva europea per il proprio Paese e crede nella moneta unica. L'82%, inoltre, se le prende con il proprio governo per la crisi economica e solo il 9% ritiene che ad averli portato sul baratro siano stati i mercati finanziari. Il sondaggio pare stridere con il "no" urlato dalla collettività greca contro la troika e soprattutto con le recenti indicazioni che vedono accreditato come primo partito proprio quella Nuova Democrazia che, quando era al governo, aveva truccato i bilanci e acceso la miccia della bomba del debito.