Grecia, Ue: condizioni insufficienti per gli aiuti
La Ue tiene la Grecia sulle spine e rimanda la riunione cruciale dell'Eurogruppo che domani avrebbe dovuto dare il via libera ai nuovi aiuti: «Le condizioni per ottenerli non ci sono ancora», ha detto il presidente dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker, che ha derubricato il Consiglio di domani a una teleconferenza, che non prenderà decisioni ma preparerà soltanto la riunione vera di lunedì prossimo, regolarmente in calendario da tempo. "Condizioni insufficienti per gli aiuti" Saltano così i piani di Atene, che domani avrebbe voluto chiudere la partita con la Ue e assicurarsi i 130 miliardi di euro di nuovi aiuti. Ma l'Europa conferma che non si fida più delle promesse: «Non ho ricevuto dai leader dei partiti greci della coalizione al governo le assicurazioni politiche richieste sull'applicazione del piano» deciso con la troika Ue-Bce-Fmi, scrive Juncker, annunciando che l'Eurogruppo di domani non si terrà a Bruxelles come ipotizzato in un primo tempo, ma solo per telefono. I ministri non hanno motivo di vedersi perché Atene ancora non ha rispettato le condizioni poste dall'Europa per ottenere gli aiuti. All'appello mancano ancora: la lettera di impegni dei partiti sull'applicazione delle misure di rigore anche dopo le elezioni di aprile (affinché nessun partito possa sfilarsi dagli obblighi con la Ue una volta al potere), i 325 milioni di euro di risparmi da fare nel 2012, e l'accordo con i creditori privati sulle perdite che subiranno con lo 'swap' o sostituzione dei bond greci. Quest'ultimo sembra ormai pronto da tempo, e i privati, guidati da Charles Dallara (direttore generale dell'Institute of international finance) erano pronti a presentarsi a Bruxelles domani, per illustrarlo ai ministri. Mentre per i 325 milioni di risparmi nel 2012, un accordo raggiunto in serata tra il premier Papademos e i leader dei partiti prevede di recuperarli soprattutto da tagli alle pensioni. Tutto salta, quindi, in attesa che Atene si presenti a Bruxelles con tutte le carte a posto. Se non lo farà entro l'Eurogruppo di lunedì prossimo, senza gli aiuti sarà a rischio default a marzo, quando andranno in scadenza 14,5 miliardi di bond. «C'è bisogno di altro lavoro tecnico tra la troika e la Grecia in molte aree», ha detto Juncker. Inoltre, ricorda il presidente, manca ancora un'analisi delle sostenibilità del debito ellenico, che potrà dire se i tagli concordati con la troika basteranno a riportare il rapporto debito/pil al 120% entro il 2020, obiettivo posto da Bruxelles. Se non dovessero bastare, l'Europa dovrà interrogarsi come aiutare Atene a ridurre ancora il suo fardello, e molti sperano che a quel punto intervenga la Bce. Molti Paesi, primi fra tutti Germania e Olanda, non sono disposti a dimostrare altra solidarietà. La situazione dell'Eurozona, ancora ad alto rischio finchè il dossier Grecia non sarà chiuso, continua ad attirare l'attenzione del mondo intero, e oggi Stati Uniti e Cina si sono detti «impegnati a sostenere gli sforzi dell'Europa».