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Cgil: cala la Cig, preludio alla disoccupazione

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La cassa integrazione a gennaio è calata a 54,9 milioni di ore (-26,7% su dicembre, -8,5% su gennaio 2011) ma questa riduzione è il segnale di una "progressiva transizione verso la disoccupazione". Lo sostiene la Cgil precisando che nel mese erano in cassa 312.000 lavoratori in media con 675 euro in busta paga in meno. "La cassa integrazione inizia il 2012 con un calo significativo, segnale di una progressiva transizione verso la disoccupazione". I numeri, secondo l'Osservatorio cig del dipartimento settori produttivi della Cgil, "nascondono 312 mila lavoratori coinvolti nei processi di cassa, con un taglio netto del reddito per circa 211 milioni di euro, pari a circa 675 euro per ogni singolo lavoratore". "SIAMO IN PIENA EMERGENZA" "È una situazione che non consente ottimismi in un paese entrato nell'incubo della recessione - rileva il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere - a fronte della riduzione della cassa c'è un contestuale aumento del livello di disoccupazione e di mobilità, così come il calo di quella in deroga è il segno della conclusione o della mancata approvazione dei finanziamenti delle regioni. Siamo in piena emergenza, aggiunge, dobbiamo occuparci delle criticità dettate dalla crisi". Secondo la Cgil bisogna "garantire gli strumenti di tutela e dare risposta agli oltre 70 mila esodati che si trovano in una situazione disperata: senza lavoro e senza pensione". A gennaio, considerando un ricorso medio alla cig, pari cioŠ al 50% del tempo lavorabile globale (2 settimane), spiega la Cgil, sono coinvolti 624.786 lavoratori in cigo, cigs e in cigd. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 4 settimane lavorative, si determina un'assenza completa dall'attività produttiva per 312.393 lavoratori, di cui 121 mila in cigs e 75 mila in cigd. Continua così a calare il reddito per migliaia di cassintegrati: dai calcoli dell'Osservatorio cig, si rileva come i lavoratori parzialmente tutelati dalla cig abbiano perso nel loro reddito 210.800.000 euro, pari a 675 euro per ogni lavoratore".   CAMUSSO: MANTENERE AMMORIZZATORI "In una stagione difficile è prioritario mantenere gli ammortizzatori che abbiamo. Sull'ammortizzatore universale serve che il governo decida quali risorse rendere disponibili perché sia finanziato altrimenti è solo una riduzione delle tutele e non un ampliamento", ha detto il leader Cgil Susanna Camusso riguardo alle proposte di riforma del lavoro sul tavolo del gorverno. "Io spero che ci sia un'operazione per affrontare il vero tema del paese che è il lavoro e le tutele, invece di concentrarsi sull'idea di toglierlo con l'articolo 18". LE AZIENDE VEDONO NERO Da un rapporto Confcommercio emerge che tre quarti delle aziende del commercio, turismo e servizi era pessimista sull'andamento dell'economia italiana nel quarto trimestre 2011 mentre il 43,9% segnala il peggioramento della situazione per la propria impresa. Emerge inoltre che  le imprese del settore che sono esposte verso la Pubblica amministrazione hanno registrato nel 56,4% dei casi un aumento dei ritardi di pagamento. Il 40% delle imprese è pessimista anche sul primo trimestre 2012. "Nel quarto trimestre del 2011 - si legge nel rapporto - si assiste ad un deciso quanto significativo peggioramento del clima di fiducia e di quasi tutti gli indicatori congiunturali delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi in Italia. In qualche caso - afferma l'associazione dei commercianti - siamo tornati indietro ai livelli del quarto trimestre del 2008, quando il nostro Paese fu investito dalla crisi economica". Peggiora significativamente - si legge nel Rapporto - "l'opinione delle imprese del terziario circa l'andamento dell'economia italiana: il 76,2% rispetto al precedente 58,9%. Peggiorano anche le attese a tre mesi: 41,2% contro il precedente 40%". Le imprese del terziario segnalano anche un peggioramento per l'andamento delle stesse aziende (per quanto riguarda il fatturato) con una quota pari al 43,9% rispetto al precedente 30,6%. Rimangono sostanzialmente stabili le attese a tre mesi circa l'andamento della propria attività economica (21,6% contro il precedente 21,9%). Il clima di fiducia peggiora in prevalenza presso le imprese del commercio e del turismo, presso le microimprese (1-9 addetti) e le piccole imprese (10-49 addetti), e presso le imprese delle regioni del Mezzogiorno. Peggiora nell'ultimo trimestre del 2011 l'andamento dei ricavi delle imprese del terziario, situazione avvertita dal 38,3% delle imprese contro il precedente 31,4%, e peggiorano leggermente anche le previsioni per il primo trimestre 2012 (16% contro il 14,8%). Aumentano inoltre i prezzi praticati alle imprese dai propri fornitori nel quarto trimestre dell'anno: a segnalarlo, il 41% del campione rispetto al precedente 38,5%. Anche le previsioni a tre mesi denotano un peggioramento dell'andamento del fenomeno. Peggiora in modo significativo la situazione relativa al ritardo dei pagamenti da parte dei clienti delle imprese del terziario, fenomeno avvertito da quasi la metà delle imprese (in precedenza erano un terzo). Ma per le aziende del settore con un portafoglio clienti composto prevalentemente da soggetti della Pubblica Amministrazione, la percentuale di quelle che segnalano un peggioramento dei ritardi dei pagamenti arriva al 56,4%.  

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