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La Fondazione pronta a cedere il 15% di Mps

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Rocca Salimbeni in cerca di «partner» strategici

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Unadiscesa sotto la soglia di maggioranza assoluta tenuta e difesa strenuamente nel corso degli anni. L'ente di Rocca Salimbeni manterrà nonstante la cessione la maggioranza di «blocco», poco sopra il 33%, che gli consentirà di votare (e respingere) le operazioni straordinarie in assemblea. Le cessione, decisa dalla Deputazione Amministratrice, l'organo di vertice, arriva dopo settimane di polemiche a livello locale e di discussioni con le banche (Unicredit Intesa e Mediobanca) per un finanziamento ponte da 900 milioni di euro volto a rimborsare e sostituire il prestito accesso nel luglio scorso dall'Ente con un pool di 11 istituti di credito. Fra i compratori le voci più insistenti parlano del fondo Equinox di Salvatore Mancuso, protagonista di diverse operazioni in Alitalia e Hopa, che potrebbe rilevare circa il 10%. L'operazione, spiega la Fondazione, deve ottenere il via libera del ministero dell'Economia e verrà «impostata nei tempi tecnici opportuni per ottimizzarne la valenza economica e strategica». Le difficoltà dell'Ente, che non aveva mai fatto mancare le sue risorse nei progetti di acquisizione e espansione dell'istituto come la costosa acquisizione di Antonveneta nel 2007 e, da ultimo, nel rafforzamento patrimoniale avevano suscitato i timori degli esponenti locali di Siena, primo fra tutti il sindaco Franco Ceccuzzi che aveva chiesto «aria nuova» in Fondazione. In Banca infatti il cambio dei vertici è già avvenuto con l'arrivo del nuovo dg Fabrizio Viola e la prossima uscita del presidente Giuseppe Mussari che non si ricandiderà alla scadenza di primavera. Per sostituirlo i nomi che circolano sono diversi a Siena, uno fra tutti quello dell'ex ad di Unicredit Alessandro Profumo. La Fondazione, dopo aver limato la sua quota e poi essersi indebitata per sostenere l'aumento di capitale da 2 miliardi varato l'estate scorsa si è poi trovata spiazzata dalla riduzione dei dividendi, dalla crisi del debito e dal crollo delle azioni Mps date in pegno che hanno fatto scattare le garanzie con le banche creditrici. Per questo è partita una trattativa segnata anche dalla cessione delle partecipazioni non strategiche in portafoglio come quella in Cdp. Il gruppo Mps oltre a subire il ciclo economico sfavorevole e un piano di taglio dei costi che va avanti ma è ancora incompleto, è stato colpito severamente dalla decisioni dell'Eba che hanno imposto un nuovo rafforzamento patrimoniale. Questo prevede comunque un ventaglio di misure senza ricorso all'aumento di capitale. Incertezze che hanno fortemente colpito il titolo a Piazza Affari mentre la mappa dell'azionariato ha subito altre modifiche con la discesa della quota dell' imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone che è salito invece in Unicredit.

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