Grecia e intervento Bce, Borse caute
Il clima di attesa sull'accordo tra governo, Unione Europea, Bce e Fondo Monetario Internazionale per nuovi aiuti alla Grecia ha ingessato le borse europee, positive per l'intera seduta e fiacche nel finale, in linea con Wall Street. Per domani, poi, i mercati aspettano le parole del presidente della Bce Mario Draghi nell'ambito dell'incontro sulla politica monetaria, che secondo Vincenzo Longo di I&G Markets «potrebbe decidere per un ulteriore taglio dei tassi di riferimento di 25 punti base o rilasciare dichiarazioni in merito a nuove misure non convenzionali». Fiato sospeso su Atene Sul tavolo greco c'è un pacchetto da 130 miliardi di euro di aiuti, necessari per evitare l'insolvenza di Atene, alle prese con titoli in scadenza per 14,5 miliardi di euro il prossimo 20 marzo. In cambio il governo Papademos si è impegnato a chiedere ai cittadini nuovi sacrifici, su cui le 3 forze politiche che lo appoggiano si debbono esprimere al termine di un incontro iniziato poco dopo le 16 di oggi, dopo il summit notturno di ieri tra il premier ellenico e le istituzioni internazionali. Nel frattempo i creditori privati della Grecia si sono dati appuntamento per domani a Parigi, come ha indicato all'agenzia Bloomberg un portavoce dello Iif (Institute of International Finance) che li rappresenta, per definire i dettagli tecnici dello scambio tra vecchi e nuovi titoli di stato, con rendimento intorno al 3%, lasciando intendere che l'accordo è vicino. Sui mercati europei ha prevalso la prudenza Londra in calo dello 0,2%, Parigi dello 0,5% e Francoforte dello 0,08%, mentre Milano (+1%), maglia rosa, ed Atene (+0,8%) si sono mosse in direzione opposta. Segnali rassicuranti sono giunti sul fronte del differenziale tra titoli di stato. In particolare lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi è sceso fino a 350 punti base per poi risalire a quota 360 (ieri aveva chiuso a 363). Bene anche il differenziale con le obbligazioni pubbliche francesi, poco sopra i 93 punti, ed i Bonos spagnoli (323 punti), vale a dire 36 punti in meno dei titoli italiani. Intanto il governo di Parigi ha presentato il proprio progetto di Tobin Tax, che prevede una trattenuta dello 0,1% sulle transazioni che riguardano titoli di società francesi quotate in borsa, con una capitalizzazione superiore a 1 miliardo di euro ed un introito annuale previsto di 1,1 miliardi di euro, a fronte dei 7 miliardi previsti per la sola Francia dal progetto iniziale contenuto in una direttiva europea. Un primo passo, meno ambizioso dei propositi iniziali, che però l'esecutivo francese si augura possa essere adottato, come indicato in una lettera inviata ieri a 9 stati membri dell'Eurozona e alla Danimarca, a cui spetta presidenza di turno dell'Ue.