Più investimenti per valorizzare le eccellenze
L'inconvenientedelle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie d'uscita. Senza crisi non c'è merito. Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla. La pigrizia alla quale fa cenno Einstein deriva da una serie di comportamenti che sono figli di un certo giusto progresso ma male interpretato. Il benessere che il mondo occidentale ha potuto godere ha fatto ritenere che la nostra vita avrebbe sempre avuto un trend ascendente, migliorando il tenore non solo dei poveri ma aiutando i ricchi ad accrescere i loro già pingui patrimoni. Una grande massa di uomini abitanti in quello che si chiamava il terzo mondo si è svegliata dal letargo causato dalla povertà. Una componente di contro, ancorché minoranza si è arricchita grazie al virtuale vendendo formule matematiche astruse. Non c'è dubbio che è finita la sovranità nazionale per governare la propria economia. Siamo tornati a vivere nel Colosseo, grande monumento senza porte. Ci piangiamo addosso e non reagiamo. Ma è vero? Se si gira e si contattano alcune aziende agricole, medie si scoprono eccellenze e orgoglio. Ma si scopre anche che certi nostri prodotti d'eccellenza, come l'olio, sono a rischio. Perché è mancata l'innovazione tecnologica che consente di allineare il prezzo alla qualità. Mancate innovazioni non dipendono soltanto dal denaro da investire, quanto anche da quella pigrizia che impedisce aggregazioni per innovare e collocare i prodotti di qualità a prezzi convenienti. Bisogna pensare attentamente a questo. L'Italia è la patria delle PMI che sostengono l'economia. La caratteristica di queste aziende è data dalla intraprendenza, fantasia e capacità a vendere. Diverso è il discorso dei prodotti agroalimentari. Sono l'eccellenza. Ma quanto può durare se non si trova come si debbono innovare i processi per far fronte a una concorrenza che abbiamo addestrato? Giro la domanda a chi parla di ripresa economica italiana.