Fonsai si salva. Ma crolla in Borsa
Perla società dei Ligresti a Piazza Affari è stato un bagno di sangue (-8,30%) con ripercussioni anche sulla Milano (-6,69%) e su Unipol (-3,32%), che dovrà chiedere ai soci 1,1 miliardi in vista dell'acquisizione e del salvataggio di Fonsai. Ancora peggio è andata a Premafin (-22%) che, con la revisione degli accordi tra Unipol e i Ligresti, dovrà varare un aumento fino a a 400 milioni e vedrà saltare l'Opa dei bolognesi al prezzo di favore di 0,3656 euro, in linea con quello inizialmente previsto come buonuscita per i Ligresti. Montano intanto le polemiche per il ruolo giocato dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas, nella revisione degli accordi tra Premafin e Unipol. Vegas avrebbe suggerito a Mediobanca, grande creditore di Fonsai e regista del riassetto, di rivedere l'operazione per evitare l'Opa a cascata sulla compagnia senza che gli uffici della Commissione - ha detto il commissario Michele Pezzinga a Repubblica definendone «irrituale» la mediazione - venissero investiti della questione. L'esistenza di un «confronto informale» con le authority coinvolte, tra cui la Consob, è stato ammesso anche da Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol: «Qualsiasi operazione fossimo stati in grado di proporre - ha detto - questa doveva essere condivisa e doveva trovare il gradimento da parte delle autorità di controllo». Il nuovo schema elimina la distorsione di un «premio» ai Ligresti, attraverso Premafin, rispetto agli altri soci di Fonsai ma non offre ai soci della compagnia alcuna consolazione per la disastrosa gestione di Fonsai da parte della famiglia siciliana. Il vicepresidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, ha presentato un'interrogazione al governo per verificare se ci sia stata una «consistente attività istruttoria svolta irritualmente dal Presidente Vegas ed avente come oggetto una riformulazione dell'operazione con l'obiettivo di ottenere un giudizio positivo da parte del collegio» della Consob. Sul piede di guerra Adusbef e Federconsumatori che hanno chiesto le «immediate dimissioni» di Vegas, accusato di non essere stato «arbitro del mercato». Dopo il lungo consiglio di domenica sera, a valle di quelli Unipol, Finsoe e Premafin, Fonsai ha annunciato che le perdite dovrebbero salire a 1,1 miliardi, dopo maggiori riserve sull'Rc Auto (da 660 a 790 milioni) e altre svalutazioni immobiliari per 145 milioni. Il margine di solvibilità sprofonda allo 0,75%. L'aumento al vaglio dell'assemblea dei soci il 16 marzo dovrebbe riportare il solvency al 120%. La compagnia ha intanto conferito un nuovo incarico a Mediobanca - in pista anche per le altre ricapitalizzazioni - per il consorzio di garanzia. Premafin deliberarà il proprio aumento in funzione dell'importo di quello di Fonsai: se sarà di 1,1 miliardi, la holding dovrà sborsare 393 milioni. Nella finanziaria circola una cifra più spostata sui 330-350 milioni, proiettando la diluizione dei Ligresti al 9-10%, quota sul cui destino la famiglia non avrebbe preso alcuna decisione. Dipenderà invece dai concambi per la fusione Premafin-Fonsai la quota della famiglia nella compagnia. «È una operazione di salvataggio molto rilevante per il sistema assicurativo nazionale a cui intendiamo partecipare in logica strettamente industriale nell'integrale rispetto dei diritti e degli interessi degli assicurati, degli agenti, dei dipendenti e dei piccoli azionisti dei due gruppi», ha commentato Marco Pedroni, presidente Finsoe, la finanziaria delle Coop che controlla Unipol.