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Unicredit fa il pieno L'aumento di capitale sottoscritto al 99,8%

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Cresce il peso dei fondi Del Vecchio arrotonda all'1%

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Èstato sottoscritto il 99,8% del totale delle azioni offerte per un controvalore complessivo di 7,48 miliardi di euro. Si chiude quindi a 3,65 euro la performance di Borsa delle azioni di Piazza Cordusio al termine delle tre settimane dell'aumento di capitale, periodo nel quale i titoli dell'istituto sono riusciti anche ad annullare l'effetto annuncio dell'operazione, che dal 4 al 6 gennaio aveva provocato un tracollo delle quotazioni. La maxi operazione vede gli investitori stabili sotto il 38%, il retail assestato attorno al 22% e gli istituzionali al 40-42% con grande interesse sul mercato anglosassone con l'incremento del peso dei fondi di lungo periodo. Chiusa con il tutto esaurito la maxi ricapitalizzazione (sottoscrizioni al 99,8%), per Unicredit arriva ora il momento di fare i conti con i nuovi equilibri interni e con le conseguenze dell'operazione sulle posizioni di azionisti vecchi e nuovi. Soprattutto in vista delle scadenza di aprile, quando i soci saranno chiamati a rinnovare i vertici dell'istituto. Se di recente l'amministratore delegato Federico Ghizzoni ha sottolineato che «il ruolo strategico delle fondazioni non cambia», è comunque indubbio che per i futuri assetti di vertice si dovrà fare i conti anche con altri soggetti, che hanno approfittato della ricapitalizzazione per fare rotta su Unicredit. Le ultime indiscrezioni segnalano in particolare l'ingresso di Francesco Gaetano Caltagirone, oltre che quelli di Diego Della Valle e dei De Agostini. Caltagirone dopo aver portato sotto il 2% il suo investimento in Mps potrebbe entrare in Piazza Cordusio con una quota tra lo 0,5% e l'1% anche se c'è chi sostiene che potrebbe essere addirittura vicina al 2%. Leonardo Del Vecchio ha ritoccato la sua quota dello 0,5% all'1%. Luigi Maramotti, invece, sembra orientato a diluire la propria partecipazione all'1% mentre la famiglia Pesenti è già scesa attorno allo 0,3%. Non è entrato, invece, nella partita il presidente di Geox, Mario Moretti Polegato. Sotto il 2% del capitale ci sono anche Diego Della Valle e De Agostini, che ha esercitato i diritti relativi ai cashes convertendoli in una quota pari allo 0,17% mentre la quota detenuta dagli investitori riuniti dalla Alessandro Proto Consulting potrebbe oscillare dallo 0,8% all'1,3%. Sul fronte dei fondi le manovre sembrano più consistenti con Capital Research che ha raddoppiato la sua quota portandola al 5,4% e BlackRock che, dopo il giallo dei giorni scorsi quando il fondo americano aveva per errore comunicato di essere sceso sotto il 2%, possiede il 3,107% del capitale. Quanto agli investitori arabi, in queste settimane c'è stata la discesa della Libia, mentre il fondo Aabar di Abu Dhabi dovrebbe attestarsi intorno al 5%. Le nuove azioni saranno registrare al registro delle imprese la prossima settimana. Si riduce percentualmente la consistenza del blocco delle storiche fondazioni azioniste, che si diluiranno complessivamente a circa l'11-12%. L'ad Ghizzoni ha detto che «il ruolo strategico delle fondazioni non cambia», ma è indubbio che per i futuri assetti di vertice si dovrà fare i conti con altri soggetti.

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