Le banche comprano Btp e ignorano le pmi
Almenoa sentire le parole del presidente dell'associazione che le rappresenta, l'Abi. Ieri infatti Giuseppe Mussari in audizione alla Camera ha detto in maniera esplicita che «le banche italiane, che il mese scorso hanno preso in prestito ben 116 miliardi a tre anni dalla Bce, possono benissimo usare quei soldi per comprare i Btp senza intaccare il credito a famiglie e imprese». Difficile spiegare un concetto del genere però alle migliaia di imprese che strette dalla recessione chiedono allo sportello liquidità per superare la congiuntura. I soldi arrivati dalla Banca Centrale Europea alle banche servirebbero, infatti, a eliminare o a ad abbassare il rischio del credit crunch ovvero la strozzatura del canale che porta prestiti a chi ne ha effettivamente bisogno: Pmi e famiglie. A esprimere le perplessità Alfredo Mantovano (Pdl) che ha dichiarato, interpretando il sentimento comune: «Le banche devono erogare credito e non solo acquistare Btp». «Nel momento in cui il presidente dell'Abi dice che le banche italiane possono usare i 116 miliardi ricevuti dal prestito triennale Bce per comprare Btp - ha sottolineato Mantovano - non fa che descrivere quello che sta accadendo da qualche mese». Eppure Mussari non si è assolutamente scomposto. «C'è da augurarsi che l'intervento delle banche sia sufficiente a sostenere il debito pubblico italiano» ha rincarato la dose il presidente dell'Abi. Le sue parole rappresentano un appoggio al meccanismo di salvataggio messo in piedi sommessamente da Mario Draghi, che ha di fatto messo a disposizione dell'Europa 500 miliardi di euro mentre i leader discutono di come allargare il fondo salva-Stati. L'uso di questa liquidità stornata ad altri usi non preoccupa Mussari: «Quei soldi possono, e anzi dovrebbero, andare a finanziare i titoli di Stato oltre che a dare prestiti a famiglie e imprese: le due destinazioni non sono in concorrenza». «Le banche - ha spiegato il presidente del Montepaschi - una volta comprati i Btp li depositano nuovamente alla Bce a garanzia di ulteriore liquidità, che poi possono destinare al finanziamento dell'economia reale». Il problema stando alle lamentele delle pmi italiane è che questo meccanismo non si è ancora messo in moto.