Unicredit frena in Borsa. Fiducia nella ricapitalizzazione
Resta,comunque, la fiducia sul buon esito dell'operazione tanto è vero che i diritti, pur lasciando sul terreno un marginale 0,59% hanno chiuso a 2,71 euro, in linea con i 2,72 euro della vigilia. A questi prezzi chi voleva vendere i diritti lo ha fatto, ribadiscono dalle banche del Consorzio. Gli altri, e si parla di investitori istituzionali, se li tengono è perché intendono sottoscriverli. Quindi, sorprese non ce ne saranno. Peraltro, dall'inizio dell'operazione, il titolo ha recuperato quasi il 50%, segno di un interesse crescente. E anche i diritti, dopo il tonfo della prima seduta (-65% a 0,43 euro), sono risaliti con lo sconto che si è riportato sui livelli di avvio della ricapitalizzazione (43%). Intanto in attesa di capire, ad aumento concluso, se e in che percentuale ci saranno nuovi soci nel ricostruire i movimenti di quelli attuali quel che è certo è che, tra le fondazioni, Cariverona (che detiene il 4,2% di Piazza Cordusio) scenderà al 3,51% del capitale. Crt, invece, manterrà il 3,31%. Mentre Carimonte che ha una quota del 2,9%, ha condotto per finanziarsi un'operazione di prestito titoli sull'1,6%, restando titolare come diretta proprietà sul restante 1,3%. Tra gli enti più piccoli Manodori si diluirà allo 0,5% dallo 0,79 per cento. La trevigiana Cassamarca, dopo aver espresso più di una critica alla nuova ricapitalizzazione ha, invece, aderito per l'intera quota (0,7%) con un finanziamento di SocGen, sfruttando un meccanismo di opzioni put-call fissato su precisi margini di oscillazione del titolo. E ha sottoscritto l'intera partecipazione (0,3%) anche CrTrieste, senza ricorrere all'indebitamento, per un controvalore complessivo pari a circa 26 milioni di euro. Mentre la Regione siciliana e la Fondazione Banco di Sicilia, azionisti con lo 0,4 e lo 0,5%, hanno deciso di vendere i diritti con l'obiettivo poi di reinvestire sul titolo una quota parte degli introiti. Tra gli azionisti esteri Aabar, il fondo sovrano di Abu Dhabi entrato con l'aumento del 2009, salirà al 6,5% dal 4,9 per cento. Mentre farà un passo indietro Tripoli. la Banca Centrale libica scenderà dall'attuale 4,9 al 2,8% e farà lo stesso la Lia che passerà dal 2,5% a presumibilmente l'1,5 per cento.