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La Bce ci compra 100 miliardi di debito

Mario Draghi

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Dei 217 miliardi di bond statali che la Banca Centrale Europea ha oggi nel suo portafoglio oltre la metà sono titoli emessi dal Tesoro italiano. A dare conto di quanto massiccio sia stato l'intervento della Eurotower sul mercato secondario, quello formato dagli operatori specializzati, è stato ieri il direttore generale del debito pubblico, Maria Cannata, nel corso di un'audizione alla Camera. «La Bce ha comprato un quantitativo cospicuo di debito sopra i 100 miliardi di euro ma anche vicino ai 200» ha spiegato la Cannata che ha anche aggiunto che «la Bce dà un'informazione scarsa di quello che fa. Sicuramente è intervenuta in maniera consistente ad agosto e settembre, poi ha ridotto», comunque ha acquistato per oltre 100 miliardi di euro. Insomma il calcolo del direttore è sicuramente indicativo del fatto che il paracadute aperto da Francoforte per sostenere il valore dei Btp emessi dall'Italia ha avuto proporzioni colossali. La mancanza sul mercato di un operatore come la Banca Centrale avrebbe portato gli spread, ovvero la differenza di rendimento, tra i bond di Roma e i Bund tedeschi, a livelli incontrollabili. Dunque nonostante l'irritazione della Germania per il programma di acquisto di titoli dei paesi più in difficoltà della zona Euro, le manovre di Francoforte hanno probabilmente consentito a Eurolandia di evitare la deflagrazione. Questo finora. Perché la prova che aspetta il Tesoro nei prossimi mesi è molo dura. In ballo ci sono infatti aste per raccogliere dagli investitori circa 450 miliardi di euro. Un passaggio, quello che aspetta il Tesoro, duro ma per il quale la prima linea del dicastero di via XX settembre è pronta a battersi. L'impresa nonostante gli importi monstre non sembra impensierire la Cannata. Per diversi motivi. Il primo è che si registrerà solo un aumento modesto delle emissioni lorde: a fronte dei 423,378 miliardi emessi nel 2011, il Tesoro dovrà emettere quest'anno circa 450 miliardi. «Una quantità inferiore al totale annualmente emesso dal 2008 al 2010» ha spiegato la Cannata. Che ha aggiunto che la situazione del debito pubblico italiano non è «esplosiva». Insomma se la preoccupazione è legittima non bisogna abbandonarsi all'isteria. «Dobbiamo superare i prossimi 3 mesi e poi l'appetito per la carta italiana tornerà. Dobbiamo far vedere che i timori sono eccessivi. Dobbiamo tenere duro anche se è un po' una guerra contro tutti» ha detto il direttore Cannata. In primo luogo contro la severità delle agenzie di rating. Così ad esempio «il declassamento di due gradini da parte di Standard&Poor's del debito italiano è stata una decisione non molto apprezzata dal mercato» perché un abbassamento del rating italiano sotto il livello della A, «è stato giudicato da molti osservatori eccessivo». Le armi per battere la speculazione in un momento del genere ci sono. Si parte come anticipato da Il Tempo nei giorni scorsi da un cambio di strategia della durata dei titoli emessi. «La strategia di emissione del Tesoro nei primi mesi del 2012 punterà su un aumento delle emissioni a breve termine, tra cui Bot, carta commerciale e titoli a 3 anni» ha detto la Cannata. In questo modo si adegua l'offerta di titoli alla domanda degli investitori che preferiscono durate più corte per evitare il rischio considerato ancora alto sul lungo termine. La seconda arma sono i piccoli risparmiatori italiani. L'idea è quella di farli tornare a sottoscrivere debito con un bond da prendere direttamente on-line senza commissioni bancarie. Si chiama giapponesizzazione del debito. Nel paese del Sol Levante il debito pubblico è nelle mani dei cittadini. E la speculazione ha pochi margini di manovra.

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