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Fiat cala in Europa. Colpa dell'Italia

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A dicembre vendite giù del 15,6%. Pesa il rallentamento del mercato interno

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Apesare è soprattutto il risultato del mercato italiano che conferma tutta la sua debolezza. A dicembre il Lingotto ha accusato una contrazione delle vendite in Europa del 15,6% rispetto a un mercato che cede il 5,8%. La quota di mercato è scesa ulteriormente al 6,2% rispetto al 6,3% di novembre. Il calo delle immatricolazioni, sottolineano, però, gli analisti, è stata dovuta soprattutto al rallentamento del mercato italiano, senza il quale le immatricolazioni avrebbero segnato un calo del 4,5%. In un incontro con gli investitori, nei giorni scorsi, l'amministratore delegato, Sergio Marchionne, ha confermato i target 2011 con ricavi a oltre 58 miliardi, utile netto intorno agli 1,7 miliardi e debito industriale netto compreso tra 5 e 5,5 miliardi. In questa fase, gli operatori guardano molto anche all'integrazione con Chrysler che - ha spiegato Marchionne - passerà dal 20 al 50% nel corso del 2012. Il titolo però non ha risentito dei dati negativi (ieri ha chiuso guadagnando l'1,97%) perché beneficia del rafforzamento del dollaro e delle prospettive del mercato auto Usa. Nel 2011 la quota di mercato in Europa (27 Paesi Ue + Efta) di Fiat Group Automobiles si è attestata al 7%, in calo rispetto al 7,8% del 2010. A dicembre la quota era al 6,2%, dal 6,9% dello stesso mese del 2010. Tra i costruttori il primato resta del gruppo Volkswagen (+9% dicembre e quota salita al 23,3%), seguita da Psa Peugeot Citroen (-18,5% e quota in flessione all'11,3%), Renault (-14,3% e quota al 9,4%), Gm (-15% e quota all'8,9%) e Ford (+3,4% e 7,5%). Alfa Romeo e Jeep nel 2011 sono gli unici brand in controtendenza del Lingotto: il Biscione ha segnato un progresso del 18,7% a 130.535 unità e le vendite Jeep sono cresciute del 61,8% a 23.745 unità. A dicembre, invece, Alfa Romeo ha subito un calo del 12,6% a 8.113 unità, mentre Jeep è cresciuto del 47,9% a 2.113 unità. Dicembre positivo per i marchi di lusso e sportivi (Ferrari e Maserati) che, con 249 immatricolazioni, hanno avuto complessivamente una crescita del 13,18% rispetto allo stesso mese del 2010. Nel 2011 Ferrari, con quasi 3.100 unità, chiude in aumento rispetto al 2010; Maserati, con oltre 1.600 vetture, ha in Italia il principale mercato, seguita dal Regno Unito e dalla Germania. Le più vendute del segmento A si confermano la Panda e la 500, con una quota insieme del 28,6%, e «hanno dato un forte contributo» ai risultati raggiunti da Fiat-Chrysler che evidenziano anche un buon risultato in Germania con poco meno di 100 mila vetture immatricolate nel 2011, ovvero il 3,6% in più rispetto al 2010, ed una quota del 3,1%». Intanto davanti a Mirafiori si protesta. La Fiom, che non è più presente in fabbrica, ha manifestato davanti alla porta 2 della carrozzeria dove ieri sono tornati al lavoro circa 3.000 dipendenti. «Se la Fiat non riconoscerà i nostri delegati e ricorreremo nelle sedi opportune per dimostrare il comportamento antisindacale dell'azienda» hanno detto i sindacalisti della Fiom che hanno continuato la raccolta delle firme per chiedere l'abrogazione del contratto Fiat, «nonostante sia già stato raggiunto il quorum del 20% necessario». La Fiom ottiene un primo risultato sui ricorsi. La Corte d'Appello di Torino ha respinto il ricorso della Fiat contro il reintegro di Pino Capozzi, l'impiegato di Mirafiori licenziato perchè accusato di avere usato la mail aziendale per invitare i lavoratori di Pomigliano a manifestare contro l'accordo nei giorni del referendum. Il Tribunale di Torino aveva deciso subito il reintegro di Capozzi e aveva poi respinto il primo ricorso dell'azienda. «Il licenziamento di Pino Capozzi - afferma Giorgio Airaudo della Fiom - era ingiusto ed è la terza volta che un tribunale lo conferma. Se qualcuno ha ancora dubbi sul valore dell'articolo 18 basta che guardi a sentenze come questa». L'azienda attende le motivazioni della sentenza per un ricorso in Cassazione.

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