Lavoro, Cgil: 500 mila lavoratori in cig

Mezzo milione di lavoratori in cassa integrazione a zero ore, costretti a rinunciare a 8 mila euro in busta paga, pari a un taglio complessivo di 3 miliardi e 650 milioni. La Cgil fa un bilancio sull'utilizzo della cassa integrazione nel 2011 e lancia l'allarme: il numero complessivo di ore di cassa registrate nel 2011 (950 milioni di ore) e la mole di lavoratori coinvolti «ci dicono che - sottolinea il segretario confederale Vincenzo Scudiere - siamo arrivati ad un punto limite della tenuta del sistema rispetto all'andamento della crisi». Le persone che lo scorso anno hanno percepito a vario titolo ammortizzatori sociali, secondo il rapporto dell'Osservatorio Cig della Cgil, sono state oltre 4 milioni su 12 milioni e mezzo di assicurati Inps, pari a un terzo dei lavoratori. In particolare le ore di cig complessive registrano una flessione (-20,78% rispetto al 2010), che però - osserva la Cgil - «non è dovuta ad una ripresa del sistema ma ad un progressivo scivolamento dei lavoratori verso la disoccupazione». Ben oltre la metà della cig accumulata lo scorso anno è stata richiesta nelle regioni del Nord (in testa la Lombardia). Le aziende che fanno ricorso alla cassa (+15,39%) lo fanno soprattutto per crisi aziendale (58,53%); in crescita i contratti di solidarietà (21,52%), così come il ricorso al fallimento e al concordato preventivo. Restano invece inconsistenti gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale dell'impresa (appena il 7,86%), segno della «mancanza di scelte sullo sviluppo e sulla prospettiva». Complessivamente negli ultimi tre anni, il triennio della crisi, rileva la Uil nel 36.mo rapporto sulla cig, le imprese hanno complessivamente richiesto oltre 3 miliardi di ore di cassa. Sono sostanzialmente uguali le richieste di cassa ordinaria e straordinaria (1,1 miliardi a gestione). Poco meno le ore di cassa in deroga (810 milioni). Il Nord ha assorbito il 65% delle ore, il Mezzogiorno il 20% e il Centro il restante 15%. L'industria si presenta come il settore con il maggior quantitativo di richieste (il 74% delle ore del triennio). Il ricorso alla Cig ha contribuito ad attenuare l'inevitabile impatto negativo sull'occupazione, ma «il permanere dell'ampio utilizzo della cassa straordinaria e della cassa in deroga - avverte il segretario confederale della Uil Guglielmo Loy - segnala come ci sia il forte rischio di un travaso verso la disoccupazione di molte persone». Sul fronte occupazionale notizie positive arrivano però dalla Confcommercio, che evidenzia come negli ultimi 10 anni, nonostante la crisi, i servizi di mercato hanno generato quasi 900 mila posti di lavoro (oltre il 70% della crescita occupazionale del terziario nel complesso). «In quello che è stato definito il "decennio perso" - sottolinea Confcommercio - il terziario si conferma dunque un settore di tenuta e crescita dell'occupazione».