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Lotta all'evasione fiscale senza esclusione di mezzi, questo almeno l'obiettivo del governo e dell'amministrazione finanziaria.

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Ladenuncia arriva dalla Corte dei Conti che vuole vederci chiaro e punterà i fari proprio sul contrasto penale all'evasione fiscale, nell'ambito del programma dei controlli sulla spesa pubblica delineato per il 2012. Il piano della magistratura contabile scandaglierà molte altre voci di spesa per individuare eventuali «elementi di criticità», dagli interventi per il sito archeologico di Pompei alle spese per l'Expo di Milano, dalla gestione delle carceri all'annosa questione dei lavoratori socialmente utili. Le manette agli evasori, strumento di lotta all'evasione che ciclicamente viene evocato, sono rimaste «per lo più inapplicate - avverte la Corte dei Conti - o hanno avuto risultati del tutto insoddisfacenti e talvolta anche controproducenti». Per questo i giudici contabili avvieranno nel 2012 una specifica indagine per verificarne la concreta applicazione l'applicazione e gli eventuali «punti di debolezza». Lotta all'evasione dunque sempre in primo piano. In questo caso l'attenzione sarà tutta per il «contrasto penale» al quale «è stata da sempre attribuita grande rilevanza». Ma le norme sono rimaste sulla carta. Nell'indagine la Corte vuole infatti verificare «gli esiti dell'azione penale tributaria allo scopo di individuare quali siano i punti di debolezza del sistema che maggiormente pregiudicano l'effettiva incisività e capacità di deterrenza». In particolare, «sarà analizzato quanto incida negativamente la normativa generale sulle prescrizioni dei reati e quanto pesino i tempi di emersione della notitia criminis, tenendo conto dell'esperienza maturata con riguardo alle fattispecie di reato abrogate con la riforma del 2000». Attenzione anche per i limiti e le modalità di applicazione delle misure cautelari sui risultati della riscossione coattiva.

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