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Unicredit brucia 4,6 miliardi in tre giorni

La sede storica di Unicredit in piazza Cardusio

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Terzo giorno nero per il titolo Unicredit che, dopo aver perso il 29% nei primi due giorni dall'annuncio dell'aumento di capitale, oggi è affondato fino a 3,9 euro (-11,6%) pur riuscendo a vedere il segno più per qualche qualche tempo, sull'onda dei rialzi seguiti ai positivi dati macro provenienti dall'Usa americani. A mal propiziare la sessione di oggi anche le analisi dei due principali giornali economici, il Financial Times e il Wall Street Journal, che dalle loro prime pagine avanzano timori sull'effettiva capacità di Unicredit di riuscire a rastrellare i 7,5 miliardi necessari per la ricapitalizzazione. Un timore che grava su tutti gli istituti europei. Secondo il giornale britannico gli investitori temono che gli istituti di credito della zona euro alla fine non riescano a raccogliere il capitale necessario per mettersi in sicurezza secondo le richieste avanzare dall'Eba (l'autorità di vigilanza europea ha imposto di rafforzare i patrimoni delle banche entro giugno, chiedendo uno sforzo da 115 miliardi). Giovedì è bastata una voce su un possibile aumento di capitale di Deutsche Bank per affossare il titolo sulla borsa di Francoforte. Sempre l'altroieri la stima del ministro dell'Economia spagnolo Luis De Guindos sulla necessità di 50 miliardi per permettere alle banche iberiche di far fronte a possibili perdite derivanti dalle loro esposizioni nel settore immobiliare ha mandato a picco i titoli di Santander e Bbva. Ieri intanto, a riprova del grande timore che tiene sotto scacco tutti gli istituti del continente, i depositi overnight presso la Bce hanno raggiunto un nuovo record storico: 455 miliardi di euro. Un analista anonimo sentito dal Financial Times si fa portavoce del nervosismo degli investitori: «Francamente mi sembra poco salutare mettere soldi nell'affare Unicredit», afferma, e aggiunge: «Non c'è nulla contro Unicredit, è un problema generale dell'Italia». Di tutt'altro parere i global coordinator del consorzio di garanzia Bank of America, Merrill Lynch e Mediobanca che - citati dal Financial Times - prevedono «un successo spettacolare». Ma proprio su questi istituti il Wall Street Journal punta i propri riflettori, sottolineando che l'aumento di capitale di Unicredit potrebbe rivelarsi per loro un boomerang. Secondo quanto riferiscono al giornale americano alcune fonti vicino all'operazione, Bofa e Mediobanca saranno costrette a intervenire se l'aumento di capitale non avesse successo presso gli azionisti di piazza Cordusio acquistando il 10% delle azioni, pari a 750 milioni di euro.

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